(di Katherine Puce) Nelle aziende di oggi emergono figure finora rimaste nell’ombra, spesso nascoste tra dipendenti e consulenti. Un esempio sempre più rilevante è quello dei Temporary Manager, professionisti “a tempo” incaricati di affrontare situazioni complesse, gestire cambiamenti strategici o coprire momenti di vuoto nella leadership. In Italia se ne parla ancora poco, ma nelle imprese più dinamiche stanno diventando la risorsa segreta per affrontare sfide urgenti tramite i benefici di competenze immediate e produttive.
Dall’estero all’Italia: un manager temporaneo
Nelle nostre aziende questa figura è emersa solo di recente, ma è stata introdotta già all’estero tra gli anni Settanta e Ottanta da quelle multinazionali che ricercavano competenze manageriali molto specifiche per affrontare contesti di crisi, ristrutturazione o passaggi generazionali. Pur essendo un ruolo temporaneo, può durare in azienda anche fino a due anni e ormai rappresenta una componente rilevante dell’organizzazione e della strategia aziendale. Soprattutto in un mercato che era già allora, come oggi, in continua evoluzione.
Nuovi esperti per tempi difficili
Non si tratta, però, dell’unica figura innovativa all’interno delle imprese. Negli ultimi anni, infatti, sono emersi nuovi profili dirigenziali. Tra questi troviamo il Fractional Manager, capace di lavorare per più realtà contemporaneamente grazie a un impegno part-time con le aziende, chiamato a gestire crisi o fasi straordinarie. Un altro ruolo è quello dell’Interim Manager, pensato specificamente per le emergenze. Al di fuori del contesto emergenziale, esistono figure specifiche per progetti di trasformazione digitale, marketing online e innovazione tecnologica, come il Digital Temporary Manager.
Quest’ultimo assume un ruolo manageriale di alto livello, entrando spesso in azienda per ricoprire posizioni dirigenziali o di coordinamento, come Chief Digital Officer, Innovation Manager, Responsabile dei Sistemi Informativi o Responsabile del Marketing Digitale.
Una spinta dalle istituzioni: la proposta per le PMI
Tornando al ruolo del Temporary Manager, l’aspetto più rilevante è il suo potenziale impatto sulle piccole e medie imprese italiane, tanto da aver spinto alla presentazione di una proposta di legge alla Camera dei Deputati il 20 giugno 2025, a iniziativa dell’Onorevole Letizia Giorgianni, co-firmata anche dall’Onorevole Chiara La Porta, entrambe deputate di Fratelli d’Italia.
Il testo ha l’obiettivo di introdurre agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese che decidono di avvalersi di un Temporary Manager. La proposta prevede un credito d’imposta della durata di tre anni, cioè un vantaggio fiscale che permette all’impresa di recuperare una parte delle spese sostenute per l’inserimento di questa figura. Questo credito potrà essere usato per ridurre le imposte da pagare nei tre anni successivi, rendendo così più accessibile l’utilizzo di competenze manageriali qualificate anche per periodi limitati.
Ad esempio, se un’impresa ha diritto a 15.000 euro di credito d’imposta, potrà compensare fino a 5.000 euro all’anno per tre esercizi consecutive. Secondo questa proposta, si tratta di una misura concreta per rafforzare la competitività delle imprese e valorizzare al contempo la figura del commercialista, offrendo uno strumento flessibile e alternativo all’assunzione a tempo indeterminato.
Figure come il Temporary Manager e le altre sopra citate stanno gradualmente uscendo dall’ombra. Anche se il loro ruolo è temporaneo, il loro impatto può essere molto forte. In attesa di vedere come evolveranno l’attenzione e le misure per favorirne l’introduzione, è importante considerarli con sempre maggiore attenzione affinché possano rappresentare la svolta che molte aziende ancora non riescono a vedere.