La fotografia degli infortuni sul lavoro in Italia nel 2024, scattata dall’Inail al 30 aprile 2025, rivela una situazione di sostanziale stabilità nel numero totale delle denunce. Con 593mila casi, si registra un lieve aumento dello 0,4% rispetto ai 590mila del 2023. Tuttavia, questa apparente stabilità nasconde dinamiche ben diverse tra le categorie di soggetti coinvolti.
Il Ruolo degli Studenti e il Rischio “In Itinere”
L’incremento complessivo è interamente attribuibile agli studenti, le cui denunce hanno toccato quota 78mila, in crescita del 10,5% rispetto alle 71mila dell’anno precedente. Di questi, ben 2.100 casi si sono verificati nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto). Al contrario, le denunce relative ai lavoratori in senso stretto sono diminuite dell’1%, passando da 519mila a 515mila.
Anche sul fronte dei casi mortali, il 2024 ha registrato un totale di 1.202 decessi, uno in più rispetto al 2023. Se tra i lavoratori si osserva un lieve calo (da 1.193 a 1.189), è tra gli studenti che l’aumento è più marcato, da 8 a 13, con un decesso avvenuto in Pcto.
Un’analisi più approfondita, presentata dal presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro del Lavoro Marina Calderone, ha poi distinto i dati relativi ai soli lavoratori. Emerge una contrazione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro (-1,9%), mentre preoccupa l’aumento di quelli in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro, tornati ai livelli pre-pandemia (+3,1%). I casi “fuori dall’azienda”, che includono sia gli infortuni in itinere che quelli avvenuti con mezzo di trasporto, hanno raggiunto i 117mila, pari al 22,8% del totale, il valore più alto degli ultimi cinque anni. I casi mortali in itinere sono aumentati del 10,2%, contribuendo a oltre il 42% dei decessi complessivi avvenuti “fuori dall’azienda”.
Settori, Genere ed Età: Le Tendenze degli Infortuni
Analizzando le denunce per gestione assicurativa e settore di attività, quasi il 90% degli infortuni in occasione di lavoro riguarda l’Industria e servizi. Sebbene si registri un calo in questo settore (-2%) e nell’Agricoltura (-2,5%), il conto Stato segna un lieve aumento (+0,4%). Per i casi mortali, l’Industria e servizi raccoglie l’86,1% delle denunce, ma si osserva un calo complessivo in tutte le gestioni.
Il comparto manifatturiero rappresenta circa un quarto degli infortuni nell’Industria e servizi, seguito da Costruzioni, Sanità e assistenza sociale, Trasporti e Commercio. Si registrano cali nel manifatturiero (-6,1%), nelle costruzioni (-3,4%) e nei trasporti (-1,6%), mentre il commercio è in crescita (+2,6%). La Sanità e assistenza sociale mostra la diminuzione più significativa (-14,8%), dopo l’impennata del 2020 dovuta ai contagi da Covid-19. Tuttavia, le Costruzioni si confermano il settore con più decessi (182), seguite da Trasporti (132) e Manifatturiero (118).
In ottica di genere, nel 2024 poco meno di un terzo degli infortuni ha riguardato le donne (31,6%), con una riduzione delle denunce meno marcata rispetto agli uomini. Per i decessi, si contano tre denunce in meno per le donne e 29 in meno per gli uomini. La riduzione delle denunce ha interessato prevalentemente le fasce d’età tra i 35-49 anni e 50-64 anni, mentre sono aumentate tra i giovani (fino a 34 anni) e gli over 64 anni. I lavoratori stranieri registrano un aumento delle denunce (+1,5%) e, ancor più, dei casi mortali (+9,1%).
La Mappa Geografica degli Infortuni e il Confronto Europeo
A livello territoriale, circa un terzo delle denunce di infortunio si concentra nel Nord-Est (33,0%), seguito da Nord-Ovest (27,6%) e Centro (19,5%). Si osservano cali più consistenti nel Nord-Ovest e Nord-Est rispetto al Sud e al Centro. La Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto e la Toscana raccolgono oltre la metà degli infortuni denunciati. Per i casi mortali, l’incidenza più alta è del Nord-Ovest (26,1%), ma il Sud segue da vicino (22,9%).
Infine, un confronto con i dati Eurostat del 2022 mostra che l’Italia presenta un tasso di infortuni mortali di 0,87 ogni 100mila occupati, inferiore alla media UE (1,26). Per gli infortuni non mortali, con 968 casi ogni 100mila occupati, l’Italia si conferma stabilmente al di sotto della media europea (1.342). È importante notare che nel biennio 2020-2021 i valori nazionali sono aumentati più della media a causa del riconoscimento univoco dei contagi da Covid-19 come infortuni sul lavoro in Italia, a differenza di altri Paesi.