(di Katherine Puce) Spesso si è portati a credere che il cambiamento climatico influenzi le aziende esclusivamente sul piano strategico, spingendole a rivedere le loro pianificazioni e a implementare misure per limitare i danni ambientali. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che sono le stesse catastrofi climatiche, con la loro intensità e frequenza crescente, ad impattare sul tessuto produttivo. Eventi come tempeste, inondazioni e siccità non si limitano a complicare la pianificazione aziendale; distruggono infrastrutture, interrompono le catene di approvvigionamento, aumentano i costi operativi e riducono la redditività. Dunque, il cambiamento climatico, accompagnato dalle forti crisi climatiche, non è solo una questione futura da gestire strategicamente, ma una realtà immediata che richiede un’azione concreta per affrontare i rischi e le perdite economiche che già oggi molte aziende si trovano ad affrontare.
Le conseguenze economiche dell’inazione
A sostegno di queste riflessioni, l’ultimo studio “The Cost of Inaction: a CEO Guide to Navigating Climate Risk,” realizzato dal Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con il World Economic Forum, rileva come le aziende che non prendono provvedimenti per contrastare i rischi climatici potrebbero subire una riduzione dei profitti fino al 25% entro il 2050.
Il rapporto ha analizzato i dati raccolti negli ultimi decenni, evidenziando che dal 2000 a oggi i danni economici causati da eventi climatici estremi hanno superato i 3.600 miliardi di dollari, con circa 1.000 miliardi di perdite solo tra il 2020 e il 2024. Le fonti prese in considerazione includono dati macroeconomici globali, report assicurativi e informazioni finanziarie delle imprese, combinati con modelli previsionali per stimare gli impatti economici del cambiamento climatico.
Nuovo obbligo assicurativo per le aziende italiane
L’importanza del tema ha portato a un intervento normativo significativo con l’introduzione, nella Legge di Bilancio 2024, dell’obbligo per le aziende italiane di stipulare un’assicurazione contro le catastrofi naturali entro il 31 marzo 2025. Questa misura impone alle imprese, incluse le piccole attività artigiane e commerciali, di dotarsi di una copertura per i danni diretti causati da terremoti, alluvioni, frane ed esondazioni, con l’unica eccezione delle aziende agricole. Parallelamente, le imprese che non si adeguano non potranno accedere a agevolazioni o aiuti pubblici in caso di danni, esponendosi a perdite economiche potenzialmente devastanti.
L’obiettivo della norma è garantire una maggiore protezione del patrimonio aziendale, riducendo il rischio che eventi catastrofici compromettano la stabilità finanziaria e operativa delle imprese. Secondo gli esperti, questa assicurazione non rappresenta solo un obbligo legale, ma una strategia essenziale per la continuità aziendale.
Oltre alla copertura dei danni materiali, molte polizze offrono garanzie accessorie, come la protezione contro le interruzioni di attività o i danni indiretti, consentendo alle aziende di affrontare con maggiore sicurezza le emergenze e ridurre i rischi operativi. Adottare strumenti di protezione adeguati è ormai una necessità per tutte le realtà imprenditoriali che vogliono preservare la loro continuità e competitività in un contesto climatico sempre più incerto.