
In Italia i disturbi mentali riguardano una persona su sei con ansia e depressione che prevalgono e contano, rispettivamente, 6.950 e 5.365 casi ogni 100mila abitanti. Il costo, per il nostro Paese, è di 20 miliardi di euro l’anno, circa il 3,3% del Pil. Oltre 63 miliardi di euro sono, invece, le perdite complessive legate alla perdita di produttività, all’assenzeismo e alla disoccupazione di lunga durata. Oggi, in Italia, si investe il 3,4% della spesa sanitaria nazionale in salute mentale ma se il Paese aumentasse tali risorse fino a raggiungere il target del 5%, si registrerebbero benefici diretti e indiretti per 10,4 miliardi di euro. Per ogni euro investito in salute mentale, il sistema-paese ne guadagna, infatti, 4,7. Sono i dati emersi dal rapporto ‘La salute mentale come motore della crescita socio-economica dell’Italia’, realizzato da Angelini Pharma in partnership con The European House – Ambrosetti e presentato oggi a Roma, presso il ministero della Salute, nel corso dell’evento ‘Headway® – A New Roadmap in Brain Health: Focus Mental Health‘.
Ruolo della salute mentale nella crescita economica del Paese
Il rapporto, oltre a fotografare l’epidemiologia dei disturbi mentali in Italia, esplora anche il ruolo della salute mentale nella crescita economica del Paese, calcolando il Roi, ossia il ritorno sull’investimento, e indagandone gli impatti diretti e indiretti sulla produttività e sul mondo del lavoro. “Guardando ai dati sulla prevalenza dei disturbi mentali in Italia, notiamo come questa si concentra in modo predominante nella popolazione in età lavorativa, con il 64,8% dei casi complessivi registrati nella fascia di età 20-64 anni” – sottolinea Gabriele Ghirlanda, executive director global value, access & public affairs Angelini Pharma. Tuttavia, solo il 57,9% dei casi viene trattato. Questo quadro si traduce in costi elevati in termini di ridotta produttività, spesa assistenziale e spesa sanitaria diretta, per una cifra complessiva di circa 63,3 miliardi di euro.
Disuguaglianze nelle regioni italiane e nel mondo del lavoro
Dallo studio presentato questa mattina emerge che i numeri sono anche sottostimati, come suggerisce l’ampio divario tra le regioni italiane in termini di accertamenti, dal momento che si passa dai 266,1 casi per 10.000 abitanti a Bolzano agli 84,8 della Sardegna. Il tasso di occupazione per le persone che manifestano problemi di salute mentale, infine, è pari a 42,7%, una percentuale che scende ulteriormente al 40,2% per chi ha disturbi complessi. Si tratta di numeri inferiori anche di venti punti rispetto al dato della popolazione generale, elemento che evidenzia gravi disuguaglianze nell’accesso al mondo del lavoro.
L’impegno dell’industria farmaceutica per la salute mentale
“La salute mentale è una priorità che va oltre l’individuo, influenzando famiglie, aziende e coesione sociale, con un impatto sull’intero Sistema-Paese” – ha commentato Sergio Marullo di Condojanni, ceo di Angelini Industries. “L’impegno dell’industria farmaceutica è cruciale, come dimostrano gli importanti investimenti in innovazione e le numerose partnership strategiche sviluppate a livello globale e mirati a rispondere a bisogni clinici non ancora soddisfatti nel settore dei disturbi neurologici e mentali, una delle priorità globali, subito dopo l’oncologia”. Da oltre 50 anni, Angelini si dedica al miglioramento della Brain Health, combinando innovazione scientifica e impatto sociale.
Investire in salute mentale per un ritorno economico positivo
“L’iniziativa ‘Headway® – A New Roadmap in Brain Health’ è un esempio concreto del nostro impegno: fornisce un quadro dei bisogni di salute mentale in Europa per diffondere best practice e aiutare i policymaker ad agire dove c’è più necessità” – ha detto Daniela Bianco, partner di The European House – Ambrosetti e responsabile della Practice Healthcare, TEHA Group. “I risultati sono particolarmente rilevanti per il nostro Paese e dimostrano chiaramente che investire 1 euro nella salute mentale e nei servizi sociali genera un significativo ritorno, stimato in 4,7 euro, sia in termini economici sia in termini di miglioramento della qualità della vita.”