
La premier Giorgia Meloni ha aperto il 2025 con una conferenza stampa densa di temi cruciali per il Paese, dalle emozioni personali legate alla liberazione di Cecilia Sala, alle strategie politiche su sicurezza nazionale, libertà di stampa e riforme istituzionali. Il discorso della premier, organizzato con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e l’Associazione stampa parlamentare, ha messo in luce il lavoro svolto e le prospettive per il futuro.
Con profonda commozione, Meloni ha definito la liberazione della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran, come “l’emozione più grande di questi due anni”. La premier ha raccontato la chiamata alla madre della giornalista per annunciare il rientro della figlia in Italia: “È stato un lavoro complesso, non c’è stato un momento di svolta, ma una serie di tasselli messi insieme con pazienza e cautela”. La vicenda, ha spiegato Meloni, riflette la delicatezza con cui il governo ha affrontato la situazione, considerando la presenza di circa 500 italiani nello Stato islamico.
Meloni ha affrontato direttamente le polemiche su presunte limitazioni alla libertà di stampa, sottolineando la propria posizione:
“Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa e per la democrazia. Vietare il ‘copia-incolla’ delle ordinanze non è una limitazione alla libertà di stampa”.
Ha inoltre ribadito il lavoro svolto dal Dipartimento per l’Editoria, definendolo una scelta strategica del governo: “Mi stupisce che si metta insieme l’idea di comprimere i diritti dalla stampa e, al contempo, il lavoro dell’editoria che dovrebbe essere invece apprezzato”.
Rispondendo alle critiche sul presunto scarso dialogo con i giornalisti, la premier ha presentato un dato concreto: “Nel 2024 ho risposto a 350 domande, cioè più di una al giorno”.
Sulla questione Starlink, Meloni ha smentito qualsiasi trattativa personale con Elon Musk: “Non ho mai parlato di questo con Musk e non è mio costume usare il ‘pubblico’ per fare favori agli amici. Questo è un dibattito sulla sicurezza nazionale”.
La premier ha spiegato che il governo sta valutando tutte le opzioni disponibili per garantire la sicurezza delle comunicazioni sensibili, ribadendo la mancanza di alternative pubbliche in Italia e in Europa: “Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è ottimale”.
Meloni ha confermato la nomina di Vittorio Rizzi come nuovo capo del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), descrivendolo come “un funzionario di prim’ordine” con una carriera prestigiosa nella Polizia di Stato. La scelta rappresenta una continuità strategica nei Servizi segreti italiani.
Sul fronte delle riforme istituzionali, la premier ha ribadito il proprio impegno per il premierato: “Vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvata e una legge elettorale tarata su questo. È una questione che spetta al Parlamento, ma se il premierato non dovesse arrivare in tempo, ci si interrogherà sulla legge elettorale”.
Meloni ha difeso la strategia del governo sui centri migranti in Albania, sottolineando che la Cassazione ha dato ragione all’esecutivo: “I centri sono pronti ad essere operativi. Lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60% e negli ultimi giorni sono quasi azzerati”.