Siamo alle battute finali del 2024, pronti alla chiusura del sipario, e il nostro pianeta sembra essere entrato in un nuovo capitolo di un libro che non vuole finire e sembra correre verso un finale a dir poco infuocato. La temperatura media da gennaio a settembre è stata di 1,54 gradi sopra i livelli pre-industriali. A dirlo è l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), che nel suo rapporto “State of the Climate Update”, pubblicato in occasione della Cop29 a Baku. Il 2024 ha tutte le carte in regola per essere l’anno più caldo mai registrato. E sapete chi ci ha messo lo zampino? Il famigerato fenomeno del Niño, quel riscaldamento periodico del Pacifico che, più che un fenomeno naturale, sembra ormai un ospite che arriva sempre in ritardo ma non riesce mai a togliersi di torno. Nel frattempo, come ben sapete, siamo nel vivo della Cop29 con l’apertura dei lavori odierna (come vi abbiamo già ampiamente raccontato). Ementre il mondo si riunisce per discutere di come riparare a tutto questo calore, la Terra continua il suo caldo corso. Nel rapporto, l’OMM evidenzia anche come l’intensificazione di eventi climatici estremi sia sempre più frequente. Dall’ondata di calore in Europa agli incendi in altre regioni, il cambiamento climatico non è più un’ipotesi lontana, ma una realtà con effetti visibili. Eppure, nonostante l’allarme lanciato dalla scienza, i progressi verso una riduzione concreta delle emissioni di gas serra rimangono lenti e insufficienti. La temperatura, che ormai non è più un dato che fa impressione solo ai climatologi, è una costante che si insinua in ogni angolo del pianeta. Chiunque può vedere che il tempo che fa non è più quello di una volta, il nostro termometro segna una crescente ascesa che non si dovrebbe prendere sottogamba.