
Apple continua a perdere terreno in Cina, scivolando fuori dalla top 5 dei principali venditori di smartphone nel secondo trimestre del 2024.
Secondo un rapporto di Canalys, citato da CNBC, la quota di mercato di Apple in Cina è scesa al 14% nel secondo trimestre, rispetto al 15% del trimestre precedente e al 16% di un anno fa. Questi dati hanno fatto scendere l’azienda di Cupertino al sesto posto nella classifica dei venditori di smartphone in Cina, con 9,7 milioni di unità spedite.
A dominare la classifica sono i produttori cinesi di smartphone. Da aprile a giugno, Vivo ha riconquistato la prima posizione con una quota di mercato del 19% e 13,1 milioni di unità spedite, grazie alle forti vendite durante il festival dell’e-commerce 618. Oppo mantiene il secondo posto con 11,3 milioni di unità spedite, sostenuta dal lancio della nuova serie Reno 12.
Honor si è classificata terza con 10,7 milioni di unità spedite, segnando un aumento del 4% anno su anno. Huawei ha raggiunto la quarta posizione con una quota di mercato del 15% e 10,6 milioni di unità spedite, rientrando nella top five. Xiaomi, al quinto posto, ha beneficiato del successo della sua prima auto elettrica, la SU7, e delle solide vendite della serie K70 e 14.
Nel complesso, conclude Canalys, il mercato cinese degli smartphone è cresciuto del 10% su base annua nel secondo trimestre, con oltre 70 milioni di unità spedite.
«È il primo trimestre della storia in cui tutte le prime cinque posizioni sono occupate da fornitori nazionali», ha affermato Lucas Zhong, analista di ricerca di Canalys, che sottolinea come «le strategie dei venditori cinesi per i prodotti di fascia alta e la loro profonda collaborazione con le catene di fornitura locali stanno iniziando a dare i loro frutti in termini di funzionalità hardware e software. L’ultimo modello Magic V3 del marchio Honor di Huawei, che sfrutta l’AI generativa, ha notevolmente migliorato l’esperienza utente dei dispositivi pieghevoli».
Apple si trova ad affrontare un collo di bottiglia nel mercato cinese poiché mira a «stabilizzare i prezzi al dettaglio e proteggere i margini dei partner di canale».