Nel 2023 il divario nelle competenze digitali tra i Paesi dell’Ue27 è elevato, con un campo di variazione di 55 punti percentuali. L’Italia si colloca in 23esima posizione, circa 10 punti sotto la media. Lo riporta l’Istat.
La quota più elevata di occupati con competenze digitali almeno di base si osserva nei Servizi di informazione e comunicazione e nelle Attività finanziarie e assicurative (circa 80%), mente i settori in cui si osserva il maggior ritardo sono quelli dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (32,5%) e delle Costruzioni (43,8%).
Nel settore ICT, più attivo nella formazione informatica, emergono ritardi da parte delle imprese italiane che durante l’anno 2021 hanno erogato formazione ICT al personale per il 54,7% verso il 65,3 di quelle europee.
La quota di personale che ha seguito attività di formazione in questo ambito tra il 2018 e il 2022 è passata dal 16,9% al 23,9%.
Il progresso in atto negli anni più recenti è stato notevole (155mila specialisti ICT, +19% rispetto al 2019), ma inferiore rispetto all’insieme dell’Ue27 (+24,1%)
In Italia la quota dei laureati nelle discipline ICT è passata dall’1,3% del 2019 all’1,5% del 2022, a livello europeo dal 3,9% al 4,5%.