Terna, nella foto l’a .d. Giuseppina Di Foggia, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (SABAP) per le province di Caserta e Benevento e il Comune di Puglianello hanno inaugurato giorni fa la mostra multimediale per la valorizzazione dei rinvenimenti emersi nel corso degli scavi archeologici preventivi, presso l’area della futura Stazione Elettrica di Amorosi, nella Valle Telesina.
All’apertura dello spazio espositivo, dal titolo “Amorosi. Il recupero della storia – Indagini archeologiche preventive per la realizzazione della Stazione Elettrica di Terna S.p.A.” e organizzato presso Villa Marchitto nel Comune di Puglianello (BN), sono intervenuti l’On. Francesco Maria Rubano, Sindaco di Puglianello; l’Arch. Gennaro Leva, Soprintendente ABAP per le province di Caserta e Benevento; il Dott. Andrea Martelli, Funzionario Archeologo SABAP per le province di Caserta e Benevento; Michela Frapporti, Responsabile Archeologia in Sviluppo Progetti di Terna; Chiara Pietraggi, Responsabile Autorizzazioni e Concertazione Centro Sud Area Tirrenica di Terna. All’evento hanno partecipato, inoltre, gli studenti di diverse scuole del territorio.
Nel dettaglio la mostra, destinata ad un pubblico di bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di I livello, è suddivisa in quattro sale: Informativa/Grafica, Immersiva, Multimediale e Ludica/Interattiva. Nella prima stanza sarà possibile approcciarsi al lavoro dell’archeologo e delle altre figure a lui affiancate, nonché alla vita delle popolazioni preistoriche e protostoriche tramite alcuni totem descrittivi, approfondendo la conoscenza degli usi e costumi del tempo, dei rituali funebri e delle necropoli, il tutto accompagnato dalla riproduzione in scala di una piccola capanna dalla forma ellittica tipica del periodo Eneolitico; nella seconda stanza invece, grazie alla presenza di una camera nella camera sarà possibile immergersi completamente nell’esperienza didattica, entrando nel vivo della storia del territorio telesino tramite una video narrazione del paesaggio della Valle Telesina fra archeologia, cultura e natura. La terza sala è dedicata alla multimedialità, ed è allestita con diversi schermi che riproducono i video degli scavi archeologici e della Necropoli di Amorosi, accompagnati da alcuni pannelli che descrivono il lavoro dell’archeologia preventiva e di tutte le personalità coinvolte nei lavori per poter vivere pienamente i momenti dello scavo archeologico e delle attività di laboratorio; infine la quarta stanza, dal carattere più ludico, consentirà ai giovani visitatori di interagire con due grandi puzzle magnetici a parete e una vasca contenente vari utensili e piccoli oggetti legati al mondo antico, seppelliti da strati di palline, che permetterà di simulare l’attività dello scavo archeologico.
Tutti i rinvenimenti archeologici sono stati scoperti e riportati alla luce in occasione delle attività di indagine preventiva e di scavo archeologico nell’area in cui sorgerà la futura stazione elettrica di Terna. L’opera è funzionale alla connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale della Rete Ferroviaria Italiana per l’Alta Velocità “Napoli-Bari”, nello specifico della tratta “Frasso Telesino – Telese”. L’intervento di Terna, attualmente in iter autorizzativo, comprende complessivamente anche la realizzazione di una seconda stazione elettrica, nel comune di Telese Terme, e i collegamenti delle nuove stazioni con la rete di distribuzione locale oltre quelli tra le stesse.
Lo scavo del sito ha messo in luce vari livelli di frequentazione, dall’epoca preistorica fino all’età tardo antica. All’epoca dell’Eneolitico risale il primo insediamento stabile dell’area, testimoniato dalle tracce di una grande capanna. Successivamente, tra i rinvenimenti meglio conservati si segnala la grande area funeraria, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.). Sono state scavate complessivamente 88 sepolture su una superficie di circa 13.000 mq. I contesti erano riferibili alla così detta “Cultura delle tombe a fossa” che caratterizza la Campania interna prima dei Sanniti. La frequentazione in epoca romana tra III-I sec. a.C. è testimoniato da uno sfruttamento agricolo dell’area caratterizzato da piccole buche di piantumazione, dalla presenza di grandi vasi per la conservazione delle derrate alimentari e un pozzo per lo sfruttamento dell’acqua. Tra il IV e il V sec. d.C., l’area tornò a essere utilizzata come luogo di sepoltura. Sono state messe in luce 15 tombe tutte costituite da una fossa scavata nella terra e rivestita da piccoli muretti in frammenti di mattoni, da tegole o da blocchetti di tufo.