
Non è un periodo facile per A2A, nella foto l’a. d. Renato Mazzoncini, la multinazionale dell’energia e dei servizi pubblici. L’azienda si trova al centro di diversi grattacapi che vanno dalla fusione con Aeb, una società municipalizzata brianzola, all’intenzione di creare un grande impianto industriale a Cremona per la produzione di biometano. Nel passato recente, A2A ha effettuato una fusione con Aeb, una società di proprietà municipale in Brianza. Questa fusione è stata oggetto di critiche e controversie. La giustizia amministrativa ha emesso sentenze che hanno dichiarato questa operazione illegittima, principalmente a causa della mancanza di una gara pubblica. Inoltre, sono emerse accuse di gestione sleale che avrebbe favorito A2A. Le indagini della Procura di Monza sono ancora in corso e sembrano evidenziare una valutazione esagerata degli asset di A2A durante la fusione, causando danni a Aeb per almeno 60 milioni di euro. Alcuni chiedono l’assegnazione di un commissario ad acta per Aeb, un provvedimento eccezionale che può essere preso quando l’azienda non può operare normalmente o quando ci sono gravi problemi nella sua gestione finanziaria. Nonostante le sentenze, Aeb ha nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione con un nuovo presidente, Massimiliano Riva, e una vicepresidente, Roberta Rosa Raimondi. Questa decisione è stata criticata perché sembra ignorare le sentenze che hanno dichiarato illegittima la fusione. Come accennato, questo non è l’unico problema per A2A. La multinazionale sta cercando di realizzare un grande impianto per la produzione di biometano a Cremona, ma ci sono alcune controversie. Gli ufficiali locali ritengono che il progetto non sia compatibile con la pianificazione urbanistica e ci sono preoccupazioni riguardo all’accessibilità delle strade all’impianto. A2A ha proposto di aggiungere due impianti al progetto originale: un impianto fotovoltaico a terra e un impianto sperimentale a microalghe. Questi sviluppi potrebbero richiedere una superficie maggiore rispetto a quanto consentito dal piano di governo territoriale di Cremona. L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) ha richiesto una valutazione dell’impatto sanitario dell’impianto proposto sulla popolazione. Non sappiamo quali saranno gli sviluppi, al momento sembra che la strada sia tutta in salita.