Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) batte le attese del mercato e chiude il primo trimestre con un utile netto di 1,956 miliardi di euro, in netta crescita rispetto agli 1,076 miliardi del quarto trimestre 2022 e degli 1,043 miliardi del corrispondente periodo dell’anno scorso. Il risultato corrente lordo risulta in aumento del 58% rispetto ai primi tre mesi del 2022, mentre il risultato della gestione operativa sale del 22%. Il Cet1 si attesta al 13,7%. “I risultati del primo trimestre 2023”, si legge nella nota diffusa al termine del cda che ha approvato i conti, “confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una redditività sostenibile anche in contesti complessi grazie al modello di business ben diversificato e resiliente, con un utile netto pari a quasi 2 miliardi di euro trainato dagli interessi netti”. Nel trimestre ammonta a circa 10 miliardi di euro il nuovo credito a medio e lungo termine a famiglie e imprese. “L’attuazione del Piano di impresa 2022-2025”, fa sapere la banca, “procede a pieno ritmo e le principali iniziative industriali sono ben avviate” e “la formula del Piano è confermata”. Per il 2023 si prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa, derivante da una solida crescita dei ricavi trainati dagli interessi netti (interessi netti nel 2023 attesi pari a oltre 13 miliardi di euro) e da un continuo focus sul cost management, e un forte calo delle rettifiche di valore nette su crediti, con una conseguente crescita dell’utile netto a circa 7 miliardi di euro. Sul fronte della qualità degli attivi, Intesa Sanpaolo comunica che i crediti deteriorati sono in calo al 2,1% rispetto alla fine del 2022, al netto delle rettifiche di valore e in aumento dell’1,2% al lordo. L’incidenza dei crediti deteriorati su quelli complessivi è pari all’1,2% al netto delle rettifiche e al 2,4% al lordo, rispettivamente all’1% e al 2% secondo la metodologia Eba.