
È ufficiale. L’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio «dopo un’attenta riflessione» è stato indicato come «il candidato più adatto» all’incarico di inviato speciale Ue per il Golfo dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell (il ministro degli Esteri dell’Ue) in una lettera del 21 aprile scorso indirizzata agli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza degli Stati membri, e visionata dal Corriere.
Borrell propone di nominarlo «per un periodo iniziale di 21 mesi, a partire dal 1° giugno 2023 fino al 28 febbraio 2025».
La nomina di un inviato Ue per il Golfo era attesa da tempo ma lo scoppio del Qatargate il 9 dicembre scorso aveva fatto rallentare il processo di selezione.
Borrell nella lettera ricorda di avere proposto il 28 luglio 2022 «l’istituzione di un rappresentante speciale dell’Ue per il Golfo» e di avere «invitato gli Stati membri a proporre candidati per questo nuovo ruolo».
Dopo il crollo delle forniture energetiche dalla Russia, l’Unione europea ha dovuto cercare fornitori alternativi e si è resa conto di non avere nel Golfo una figura diplomatica dedicata per tenere le fila dei rapporti con il mondo arabo, per trattare su gas e petrolio. Borrell nella sua lettera agli ambasciatori spiega che «in qualità di ex ministro degli Esteri italiano, Di Maio ha il profilo politico necessario a livello internazionale per questo ruolo. I suoi ampi contatti con i Paesi del Golfo gli consentiranno di confrontarsi con gli attori interessati al livello appropriato».
La candidatura di Di Maio sarebbe stata avviata dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell a fine settembre, dopo aver chiesto all’allora premier Draghi un’opinione sul ministro degli Esteri, che fu di apprezzamento. È nota l’ottima intesa personale che si è costruita nel tempo tra Borrell e Di Maio quando era ministro degli Esteri.
Il governo attuale, benché l’ex leader del M5S non sia una sua proposta come il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva precisato in novembre, non si è opposto alla selezione.
Gli altri candidati erano l’ex ministro degli Esteri cipriota Markos Kyprianou, l’ex inviato dell’Onu in Libia Jan Kubis (slovacco), e l’ex ministro degli Esteri e commissario Ue Dimitris Avramopoulos, molto sostenuto da Atene ma il cui nome è stato chiacchierato perché faceva parte del board della Ong Fight Impunity di Antonio Panzeri, incarico da cui si è dimesso ma per il quale aveva ricevuto compensi per 60 mila euro tra febbraio 2021 e febbraio 2022.
Già a novembre Di Maio era risultato il candidato preferito da Borrell, selezionato da un gruppo di tecnici indipendente che aveva ricevuto mandato dall’Ue di individuare il profilo più adatto e aveva indicato proprio l’ex capo della Farnesina quale miglior candidato della short list.
Francesca Basso, corriere.it