
Riportiamo l’interessante intervisto della presidente ANIA, Maria Bianca Farina, nella foto, al convegno AIBA dal titolo Sostenibilità e Assicurazione: i Broker a supporto della trasformazione economica e sociale del Paese.
“Buongiorno a tutti,
ringrazio il Presidente Sestilli per l’invito, che ho accettato con piacere, per partecipare a questo evento dedicato a un tema di grande importanza e attualità e saluto Pietro Negri, oggi segretario dell’associazione, che per tanti anni ha lavorato con noi.
Sostenibilità e assicurazione rappresentano un binomio strettamente interrelato: le assicurazioni, in effetti, presentano caratteristiche di sostenibilità che sono intrinseche nel ruolo svolto a livello economico e sociale. Un ruolo destinato a diventare ancora più importante in una fase di forte trasformazione del Paese.
La sfida della sostenibilità è talmente grande che occorre essere consapevoli che è necessario affrontarla in una logica di sistema, in cui tutti gli stakeholder coinvolti devono operare in modo coordinato per il raggiungimento dell’obiettivo. L’esempio di come fu affrontato in maniera collettiva il tema del “buco dell’ozono” deve essere un insegnamento. In questo senso, l’industria assicurativa e il sistema distributivo – di cui i broker sono parte essenziale – possono fornire un contributo determinante.
Oggi, quello della sostenibilità, in particolare quella ambientale, è diventato argomento di tutti, oltre che una priorità dell’azione di policy, ma l’attenzione dell’industria assicurativa è da tempo rivolta al tema.
Vorrei citare, tra le varie iniziative avviate, i Principles for Sustainable Insurance (PSI), introdotti nel 2012 sotto l’egida delle Nazioni Unite (UNEPFI), sottoscritti volontariamente dalle principali compagnie di assicurazione a livello globale. Tali principi promuovono l’integrazione delle considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nel business assicurativo, con particolare riferimento all’attività di underwriting.
Colgo l’occasione per annunciare che anche ANIA ha aderito, in qualità di “Supporting Institution”, all’importante iniziativa.
Per quanto concerne la gestione finanziaria, mi limito a sottolineare che le peculiarità dell’attività assicurativa fanno sì che il contributo che possono dare gli assicuratori assuma particolare rilevanza non solo sul piano del sostegno alla crescita e al mantenimento della stabilità finanziaria, ma anche sul fronte della facilitazione della transizione ecologica.
L’impegno dell’industria assicurativa nel campo della sostenibilità sta crescendo in misura significativa, sia come investimenti in Green Bond e Social Bond sia in fondi di investimento sostenibili ai sensi del SFDR.
Il coinvolgimento degli assicuratori in questo ambito potrà indubbiamente essere maggiore, in particolare nell’investimento diretto, se aumenterà l’offerta di asset sostenibili, che al momento è ancora piuttosto limitata. Inoltre, è fondamentale che, alla fine del percorso di revisione in atto, le regole di vigilanza, ossia quelle previste da Solvency II, risultino più favorevoli agli investimenti di lungo termine.
Sul fronte dell’attività di sottoscrizione dei rischi, l’assicurazione comporta necessariamente la gestione degli effetti del cambiamento climatico, in quanto prevede la copertura dei rischi ambientali e meteorologici. Gli assicuratori offrono tali coperture sulla base delle loro conoscenze e della loro esperienza nella misurazione, modellizzazione e determinazione del prezzo dei rischi legati alle condizioni climatiche.
Inoltre, gli assicuratori possono utilizzare il loro approccio di sottoscrizione per incentivare gli assicurati a ridurre i rischi adottando misure di adattamento e prevenzione o per ridurre la propria impronta di carbonio optando per alternative ecologiche/efficienti dal punto di vista energetico. Ciò è possibile attraverso premi assicurativi basati sul rischio, la richiesta di determinate misure di prevenzione come condizione di assicurabilità e altre condizioni di polizza.
La recente indagine di EIOPA sul tema dell’Impact Underwriting1 evidenzia i progressi fatti dall’industria assicurativa europea sul fronte della promozione, nell’attività di sottoscrizione dei rischi, di misure di prevenzione e di adattamento al cambiamento climatico. Progressi che sono tangibili, ma su cui è necessario compiere altri passi in avanti. Anche perché l’adozione di misure di prevenzione e di adattamento sono indispensabili per mantenere l’accessibilità dell’offerta assicurativa, obiettivo primario in presenza di una forte accentuazione degli impatti degli eventi catastrofali.
Dal Report EIOPA emerge con chiarezza il fatto che, tra le ragioni del ritardo nell’adozione di misure di adattamento, una delle più importanti sia la ridotta consapevolezza dei rischi del cambiamento climatico da parte degli assicurati.
La prevenzione, in effetti, non è possibile senza un’adeguata consapevolezza del rischio. Il settore assicurativo, dunque, ha un compito importante nell’aumentare la sensibilità di famiglie e imprese su questo fronte. È un aspetto che assume ancor più rilevanza se calato nella realtà italiana.
Se consideriamo la sostenibilità dal punto di vista ambientale, è immediato rendersi conto dell’importanza del tema per il futuro del Paese.
È ben noto, infatti, come il nostro territorio sia esposto in modo rilevante ai rischi catastrofali e a quelli derivanti dal climate change.
Nonostante la forte esposizione al rischio, la quota di abitazioni assicurate contro questa tipologia di rischi non supera, attualmente, il 5%. Per quanto riguarda le aziende, emerge dalle nostre indagini che l’estensione delle coperture assicurative ai rischi di alluvione e terremoto va diminuendo al decrescere della dimensione aziendale: l’estensione di garanzia, infatti, viene stipulata da quasi la totalità delle imprese grandi, da un terzo di quelle piccole e da una quota minima delle micro imprese. È un dato che assume particolare rilevanza, considerato il peso delle PMI nel nostro tessuto produttivo.
L’Italia, dunque, ha bisogno di più protezione, una protezione responsabile e consapevole, che sia il risultato di una gestione attiva dei rischi.
Nel colmare questo gap – che non riguarda solo le calamità naturali, ma anche altre importanti categorie di rischio – anche il settore dell’intermediazione assicurativa ha un compito primario.
L’intermediario deve fornire un supporto ai clienti per la corretta identificazione delle esposizioni effettive e indicare le soluzioni disponibili, accrescendo nel contempo la consapevolezza e la conoscenza sul complesso mondo dei rischi.
Alla luce dei trend in atto, i broker possono svolgere un ruolo fondamentale per aumentare il livello di protezione del nostro Paese, concorrendo così agli obiettivi di resilienza e di sostenibilità.
Al di là dei profili ambientali, esiste un potenziale notevole di sviluppo in alcuni segmenti del mercato assicurativo dove la competenza e la professionalità dei broker possono essere decisive: basti pensare all’emergere di rischi complessi come quelli cibernetici.
Naturalmente, anche per i broker, come per il resto del mercato, vi sono sfide da affrontare. Una di queste è quella dell’innovazione, ossia la capacità di trovare soluzioni nuove per rispondere con efficacia a bisogni di protezione in crescita, talvolta non pienamente o correttamente percepiti. Non vanno sottovalutate le opportunità che, a questo riguardo, offre la tecnologia.
Come ho accennato all’inizio, il tema della sostenibilità è troppo importante per essere affrontato in maniera non coordinata: occorre un approccio di sistema per raggiungere l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile all’economia e alla società. Assicuratori e broker hanno la responsabilità, così come le conoscenze e le professionalità, per rendere tale obiettivo concreto e raggiungibile.
1 EIOPA, “IMPACT UNDERWRITING. Report on the Implementation of Climate-Related Adaptation Measures in Non-Life Underwriting Practices”, 2023.