In Sardegna quest’anno il 42% dei posti offerti dalle micro e piccole imprese è destinato a rimanere vacante, percentuale che scende al 38,5% per quelle artigiane. Si accentua la carenza di manodopera specializzata, che nel 2022 era del 36,6%.
Le aziende faticano a trovare esperti digitali e ict, autisti, edili specializzati in riqualificazione energetica, tecnici delle rinnovabili, acconciatori, estetisti e cuochi, secondo un’analisi sulle ‘Difficoltà di reperimento di personale nelle mpi della Sardegna’ curata dall’Ufficio Studi di Confartigianato su dati UnionCamere, Anpal ed Excelsior 2022.
I posti restano liberi – secondo le imprese – soprattutto a causa del ridotto numero di candidati o per la loro inadeguatezza professionale. Per trovare personale adeguato ci vogliono in media 3,3 mesi e fino a 4,7 mesi per gli operai altamente specializzato. Ma per altre figure ad alta professionalità migliaia di imprese hanno atteso oltre un anno prima di trovare la persona giusta.
Nel 2022, a livello territoriale, è l’area di Cagliari quella con la maggiore percentuale di posti rimasti vacanti, pari al 39,2%. Seguono Sassari-Gallura con il 39%, Nuoro con il 35% e Oristano con il 32,5%.
“La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori”, commenta Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, “dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro”. Secondo Lai, “la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro”.
Sono 73 le professioni più difficili da reperire per le mpi a vocazione artigiana, secondo il dossier dell’organizzazione di categoria. Scarseggiano conduttori di mezzi pesanti e camion (56,7% delle figure richieste mancanti), muratori in pietra, mattoni, refrattari (46,2%), elettricisti nelle costruzioni civili (63,4%), tecnici della vendita e della distribuzione (45,1%), idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas (70,1%), acconciatori (50,1%), meccanici artigianali, riparatori automobili (69,9%), operai macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali (62,7%), montatori di carpenteria metallica (64,7%), autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli (37,8%), meccanici e montatori di macchinari industriali (56,0%), attrezzisti di macchine utensili (68,6%), installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici (65,2%), tecnici programmatori (66,8%), tecnici della gestione di cantieri edili (61,4%), contabili con (44,1%) e analisti e progettisti di software (80,8%).
“Se le figure professionali scarseggiano nelle imprese, tali la difficoltà si potrebbero riverberare anche sull’amministrazione pubblica e negli enti locali, i veri attori della gestione dei contributi europei, storicamente alle prese con una cronica carenza di personale specializzato in redazione e gestione di bandi e progetti”, paventa la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna. “I tempi sono cortissimi anzi immediati e per formare gli addetti e i professionisti ci vogliono tanti mesi, se non anni, tanta esperienza e importanti investimenti in formazione e, non per ultimo, una notevole quantità di imprese e amministrazioni che siano disposte a prendere in carico i giovani per accompagnarle in un percorso di sviluppo e crescita professionale i cui risultati, nella maggior parte dei casi, non sono immediati”.