Il Consiglio di Amministrazione di Banca Cesare Ponti (nella foto, l’a. d. Fabrizio Greco) ha esaminato e approvato i risultati preliminari della Banca al 31 dicembre 2022. Il margine di interesse si attesta a € 4,4 milioni, dato più che raddoppiato rispetto agli € 1,7 milioni del 2021, grazie in particolare alla dinamica dei tassi nella seconda parte del 2022 e al contributo della componente finanziaria, pari a € 2,0 milioni, legata agli investimenti relativi alla liquidità riveniente dall’emissione dei Certificates. Tra le altre principali componenti si registra, inoltre, il contributo derivante dal portafoglio titoli per un importo di € 0,9 milioni. Le commissioni nette sono pari a € 5,7 milioni rispetto agli € 6,5 milioni dello scorso anno. Lo scostamento rispetto al 2021 riflette sostanzialmente la disomogeneità del perimetro commissionale degli ultimi due anni per via delle operazioni straordinarie intervenute nel periodo (nel 2021 cessione a Banca Carige di portafogli di clienti Private con relazione predominante in Carige e acquisizione dei portafogli di Gestioni Patrimoniali da Carige e Banca del Monte di Lucca e nel 2022 cessione a BPER Banca dei portafogli di Gestioni Patrimoniali). Il risultato netto della finanza è positivo per € 2,7 milioni rispetto agli € 0,1 milioni del 2021; riflette in particolare il contributo riveniente dall’attività di emissione dei Certificates, oltre a quello del portafoglio titoli (€ 0,7 milioni) e degli utili su cambi (€ 0,3 milioni). I proventi operativi netti ammontano a € 16,8 milioni (€ 12,8 milioni al netto delle one-off1 ), in aumento del 13,9% a/a. (+49,8% netto one-off1 ). Gli oneri operativi sono pari a € 9,3 milioni (€ 8,3 milioni netto one-off1 ) rispetto a € 8,7 milioni nello stesso periodo dello scorso anno. In dettaglio: • Le spese per il personale risultano pari a € 3,8 milioni rispetto a € 4,0 milioni del 2021. • Le altre spese amministrative ammontano a € 3,2 milioni rispetto a € 2,7 milioni del 2021. • Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali risultano pari a € 2,3 milioni (€ 1,9 milioni nel 2021). Il dato include € 1,0 milione di componenti one-off1 legate alla svalutazione delle immobilizzazioni immateriali legate al software. Il risultato della gestione operativa è pari a € 7,5 milioni (€ 4,6 milioni netto one-off1 ), in rialzo rispetto agli € 6,1 milioni (che includevano € 6,2 milioni di utile derivante dalla cessione a Carige del portafoglio di clientela Private) registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a € 25,5 mila rispetto alle riprese per complessivi € 142,8 mila registrate nel 2021. Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri sono pari a € 26,5 mila (€ 163,0 mila nel 2021). I contributi ai fondi sistemici ammontano a € 221,3 mila (+24,9%). Si evidenzia che nello schema di Conto economico riclassificato, per chiarezza espositiva, tali contributi sono esposti in una riga separata, mentre nello schema di Banca d’Italia sono ricompresi all’interno della voce 190 b) “Altre spese amministrative”. L’utile (perdita) da investimenti è nullo e si confronta con un utile di € 1,3 milioni del 2021 quale plusvalenza realizzata mediante la cessione di un immobile in Via Spadari, a Milano. L’utile della gestione corrente al lordo delle imposte risulta pari a € 7,2 milioni (4,3 milioni netto one-off1 ), in rialzo rispetto agli € 7,1 milioni (che includevano € 7,4 milioni di one-off) registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile d’esercizio si attesta pertanto a € 5,0 milioni, al netto di € 2,2 milioni di imposte sul reddito.