Tra gli aumenti dei pedaggi in alcuni tratti autostradali e la fine degli sconti governativi sul carburante, i costi sostenuti dagli italiani per spostarsi in macchina nel 2023 saranno più salati. Per cercare di contenere la spesa conviene preferire la modalità self alla pompa di benzina, non fare rifornimento in autostrada, cercare i distributori con i prezzi più bassi in zona grazie alle app dedicate ed effettuare la corretta manutenzione periodica dell’auto, in modo da non far crescere i consumi.
Carburanti in aumento. Dal primo gennaio, la benzina e il gasolio sono tornati a prezzo pieno dal momento che il governo non ha confermato le misure per contenere il caro-carburante che prevedevano una riduzione delle accise di 30,5 centesimi di euro al litro fino alla fine di novembre e poi di 18,3 centesimi di euro, il che andrà inevitabilmente a impattare sul conto che i consumatori pagheranno quando faranno rifornimento di carburante.
Secondo un’indagine del comparatore online Facile.it, che ha esaminato il prezzo dei carburanti in 12 nazioni dell’Unione europea (Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia), se nel 2022, anche grazie ai tagli sulle accise, gli automobilisti italiani sono stati tra coloro che hanno speso di meno per il carburante, oggi la Penisola è il paese, tra quelli presi in considerazione, dove le accise e imposte pesano di più sul prezzo finale.
La ricerca, realizzata tenendo in considerazione il prezzo del carburante riportato dalla Commissione europea e ipotizzando il consumo di un’autovettura utilitaria con una percorrenza di 10 mila chilometri l’anno, ha evidenziato che nel 2022 la spesa media sostenuta in Italia per la benzina è stata pari a 1.008 euro, equivalente al settimo posto tra i dodici paesi considerati.
Nello scorso anno, il prezzo del pieno è stato più salato in diverse nazioni, come per esempio la Danimarca, dove gli automobilisti hanno speso il 15% in più rispetto all’Italia (1.160 euro); in Grecia, dove si è pagato il 13% in più (1.140 euro) e in Germania, con il 6% in più (1.069 euro).
Se si guarda al prezzo del diesel, invece, la spesa sostenuta nel 2022 è stata pari a 1.009 euro nella Penisola (quart’ultima posizione rispetto agli altri).
Prendendo in considerazione il prezzo dei carburanti rilevato nella prima settimana del 2023, la situazione cambia. Ipotizzando due settimane di uso dell’auto, se si guarda al prezzo della benzina l’automobilista italiano spende 42 euro (al quarto posto tra i paesi più cari), vale a dire oltre il 40% in più rispetto a quello sloveno e il 15% in più rispetto a quello austriaco. Per il diesel il conto pagato in Italia è il terzo più caro d’Europa, con 43 euro, vale a dire il 24% in più rispetto alla Slovenia e il 17% in più rispetto al Portogallo.
Analizzando i dati della Commissione europea aggiornati alla prima settimana del 2023 e relativi al valore percentuale di accise e imposte sul prezzo del carburante emerge inoltre che, tra i paesi esaminati, l’Italia è quello dove queste voci pesano di più: per la benzina sono pari al 58,2% del prezzo pagato alla pompa, mentre per il diesel sono pari al 51,1%.
Pedaggi più salati. Anche i pedaggi autostradali stanno aumentando. Secondo una ricerca dell’associazione per la tutela e difesa dei consumatori Altroconsumo, che ha monitorato il costo di 38 tratte autostradali l’anno scorso, nei primi giorni del 2023, mediamente la crescita del costo dei pedaggi è stato dell’1,2% contro un 11,5% dell’inflazione, con un minimo di 0,5% (Milano-Genova) e un massimo di 4,2% (Milano-Varese).
Per esempio, andare dall’aeroporto di Malpensa a Milano (tratta Milano-Varese) lo scorso anno costava 1,70 euro mentre oggi ne costa 1,80, con un aumento del 5,6%. Oppure spostarsi da Milano a Novara (tratta Milano-Torino) nel 2022 richiedeva un esborso di 6,40 euro contro i 6,70 euro di oggi, con una crescita del 4,5%. Per viaggiare da Milano a Genova fino all’anno scorso si pagavano 10,10 euro, mentre oggi il prezzo è salito a 10,20 euro. Considerando la tratta da Bologna Casalecchio a Firenze si passa da 8,10 a 8,30 euro (+2,4%); da Firenze a Roma da 18,40 a 18,70 euro (+1,6%); da Roma a Napoli da 16,50 a 16,80 euro (+1,8%).
I consigli per risparmiare. Per tagliare la spesa del carburante, conviene, se possibile, scegliere la modalità self, che è sempre meno cara del cosiddetto servito. Ci sono provincie italiane, secondo l’analisi di Altroconsumo, in cui il prezzo medio in modalità self arriva a essere anche il 9% meno caro di quello del servito. Bisogna anche tenere presente che il prezzo medio in autostrada è sempre superiore al prezzo medio che è possibile trovare nelle stazioni di servizio in città o sulle grandi strade non autostradali.
Inoltre, una manutenzione periodica del veicolo aiuta a minimizzare i consumi e quindi a risparmiare sul carburante: infatti se i componenti essenziali del sistema di accensione, iniezione e alimentazione non lavorano con efficienza i consumi possono aumentare anche del 10-20%. In particolare, possono incidere sui consumi i filtri dell’aria, che devono essere cambiati o puliti regolarmente, l’olio, gli pneumatici, che perdono progressivamente pressione, e la convergenza.
Anche lo stile di guida può avere un peso: accelerazioni e brusche frenate fanno crescere i consumi, quindi un suggerimento è accelerare e frenare dolcemente, cambiando le marce senza far salire troppo i giri.
Un aiuto può venire anche dalle app che si stanno diffondendo e che consentono di consultare i prezzi aggiornati dei carburanti su una mappa in modo da capire in quale distributore della zona si può risparmiare. Su questo fronte c’è per esempio Fuelio, che consente di cercare i distributori più economici nelle vicinanze e di consultare i prezzi dei carburanti disponibili, e Prezzi Benzina, che permette di individuare le stazioni meno care in zona.
Il decreto carburanti. In questo contesto non va dimenticato che è appena entrato in vigore il cosiddetto decreto carburante (decreto legge 14 gennaio 2023, n. 5), contestato dai gestori delle stazioni di rifornimento, che contiene disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi di benzina e gasolio e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico. Tra le nuove misure c’è un regime di trasparenza per cui i gestori saranno obbligati a esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti accanto a quello di vendita, in ogni distributore di benzina, con sanzioni in caso l’esercente non si adegui. Il decreto prevede anche la riattivazione del sistema dell’accisa mobile introdotto dalla finanziaria del 2008, che consente la riduzione delle imposte solo se il prezzo di benzina e gasolio dovesse superare il prezzo medio relativo al bimestre precedente.
Con il provvedimento torna inoltre il bonus carburante di 200 euro per i lavoratori del settore privato e c’è un buono di 60 euro per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale e per i servizi di trasporto ferroviario nazionale, riconosciuto in favore delle persone fisiche che nel 2022 hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20 mila euro.
Irene Greguoli Venini, ItaliaOggiSette