(di Tiziano Rapanà) Uno dice: ho un languorino. E così corre in frigo a risolvere quella smania non rendicontabile tra il manducare e perdere tempo. Addentare un salume o canticchiare Sabor a mí è la stessa cosa. Si tratta di far passare lo sfizio della pausa. Il bisogno fisiologico di staccare qualche minuto dalle faccende del quotidiano. Un insaccato confezionato è quello che ci vuole, fa d’uopo. Rovagnati propone quindi la serie de I Firmati con una nuova veste, un nuovo impacchettamento. Dicasi packaging, ma non è il caso di abusare con gli anglicismi. Troneggiano nel banco frigo, pronti all’uso. La nuova confezione si propone come innovativa: tolta la pellicola la vaschetta diventa un pratico vassoio da portare in tavola. Ma non è tutto: inquadrando il QR code presente sulla vaschetta con la fotocamera dello smartphone si può scoprire di più sulla linea dei prodotti. Una varietà di 5 salumi che rappresentano l’ideale best of – ecco, sono inciampato nell’anglismo e me ne scuso – della salumeria italiana: ossia la bresaola punta d’anca, il salame di Milano, il prosciutto cotto di alta qualità, il prosciutto crudo stagionato e la mortadella di Bologna IGP. Un salume, un grissino e via a dimenticare, per un attimo, le paturnie del presente. In chiusura, una notarella sulla fattuale sostenibilità del prodotto. Non amo tutta la nuvola parolaia provocata dalla parola sostenibilità, ma è giusto segnalare le azioni concrete delle aziende per ridurre l’uso della plastica. Rovagnati con la linea I Firmati si muove bene su questo versante: la società utilizza in media il 55% di plastica riciclata, che è tanto.