(di Tiziano Rapanà) Panettone sì ma artigianale. L’imperativo categorico vale per tutti i consumatori d’Italia uniti al desco natalizio per mangiare avidamente fetta su fetta, con buona pace del diabetologo. In Sardegna, poi, c’è stata una vera e propria corsa al panettone artigianesco: è l’unica maratona che fa prendere calorie anziché perderle. Ma dove c’è gusto non c’è perdenza ed è giusto abbandonarsi alla piacevolezza della leccornìa. Tuttavia il dolce tipico del Natale sardo non ha l’inconfondibile silhouette del panettone. Sono altri i riferimenti che identificano le tradizioni locali: il torrone, il sanguinaccio dolce, il pan’e saba. Ormai noi italiani abbiamo un po’ abbandonato la nostra cultura gastronomica regionale per sposare il mito milanesissimo del panettone. Buono, buonissimo, è uno dei simboli rappresentativi del Natale nostrano. Dove non poté Garibaldi con i mille a unire l’Italia vi riuscii lui, el scior panetùn. L’amore dei sardi per il panettone non è una mia congettura: è una previsione, figlia di una seria analisi, dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna. Si prospettano vendite record: si parla di oltre 50 milioni di pezzi per più di 195 milioni di euro. I numeroni, purtroppo, non faranno cantare vittoria ai pasticcieri. Il post covid e la crisi economica hanno indebolito molte delle loro attività. I costi crescono e non tutti riescono a tenere botta. Le materie prime sono aumentate in maniera spaventosa. Gli ultimi dati di UnionCamere hanno l’amaro sapore del bollettino di guerra. Vi risparmio tutto l’elenco, ma segnalo due-tre cosette che identificano bene il dramma di questo tempo: la farina è aumentata del 33,8%, l’olio extravergine d’oliva è cresciuto del 29%, il burro del 23,5% e lo zucchero del 19,4%. Con questi rincari, è impossibile tirare a campare con il sorriso. Ma, nonostante il problema, i pasticcieri non hanno perso l’energia e hanno così continuato a tenere alta la fiammella della creatività. Nelle ultime settimane, sono stati sfornati panettoni di ogni tipo. I sardi possono contare su un’ampia scelta che va dal panettone al mirto alla sfiziosa variante al mandarino.