Sarà il caldo, il climate-change, le difficoltà logistiche, ma nessuno vuole più organizzare e ospitare le Olimpiadi invernali. Tanto che il Cio ha rinviato l’assegnazione dei Giochi del 2030, in attesa di trovare candidati motivati. Ne scrive la Suddeutsche Zeitung, che nei giorni scorsi aveva anche riportato le pressioni del Comitato Olimpico per una candidatura della Germania. Per una questione climatica la sede ideale per l’edizione del 2030 sarebbe Sapporo, in Giappone. L’Università di Waterloo in Canada ha pubblicato lo scorso gennaio uno studio secondo cui Sapporo, già sede dei Giochi invernali del 1972, sarà l’unica città ex olimpica entro la fine di questo secolo con condizioni di freddo adatte ad ospitare i Giochi invernali. Ma il sindaco della città giapponese nei giorni scorsi ha sospeso la candidatura: “Dobbiamo prima placare il disagio del pubblico, non possiamo andare avanti ciecamente senza tener conto della realtà”, ha detto. Il Giappone paga ancora lo scandalo della corruzione che ha funestato l’organizzazione delle olimpiadi di Tokyo, con il Comitato Organizzatore (il Tocog) sotto accusa, e l’ex membro del consiglio Haruyuki Takahashi e altri uomini d’affari sono stati arrestati. Fatto sta, scrive il quotidiano tedesco, che “il Cio non sa davvero cosa fare dei suoi giochi invernali. La decisione finale per il 2030 dovrebbe essere presa nel settembre 2023. Ma è stata rinviata a data imprecisata, nel 2024”. Per ora resta in corsa solo Salt Lake City, ma gli americani sono in realtà più interessati al 2034, a causa delle Olimpiadi estive del 2028 in programma a Los Angeles.