Vi riportiamo integralmente il discorso di apertura al Meeting Innovation by Ania, della presidente dell’associazione Maria Bianca Farina (nella foto). Quest’anno, la discussione verterà su un argomento importante ben sintetizzato nel titolo: “Innovazione e sostenibilità: le Assicurazioni con il Paese”. Il meeting, giunto alla terza edizione, è organizzato dall’ANIA e vede la presenza di rappresentanti delle istituzioni, del mondo assicurativo, finanziario e accademico.
(di Maria Bianca Farina) Buongiorno a tutti.
Sono felice di darvi finalmente il benvenuto a questo III Meeting Innovation by Ania.
Finalmente, perché questo meeting arriva dopo una pausa forzata dalla pandemia e, pertanto, ho voluto fortemente rimettere questo appuntamento al centro della nostra agenda.
Innovazione e sostenibilità, questi i temi.
Siamo tutti consapevoli di come l’innovazione sia un fenomeno ineludibile e di come sia, soprattutto, una grandissima opportunità sulla quale è doveroso e necessario confrontarsi regolarmente.
Niente come lo scambio di esperienze può aiutarci a crescere e trasformare la tecnologia in una leva a nostro favore, a favore della nostra industria e della società in genere, non contro di essa.
Questi anni ci hanno dimostrato, ancora una volta, che l’innovazione non si ferma nonostante gli shock finanziari, sanitari, geopolitici.
Al contrario, ad ogni evento “epocale” che investe l’Europa e il mondo intero, la trasformazione tecnologica e l’adozione dell’innovazione vivono fortissime accelerazioni in un numero crescente di ambiti, favorendone il cambiamento.
Grazie all’innovazione siamo stati in grado di rivoluzionare in pochissimo tempo il nostro modo di lavorare, di gestire anche i più piccoli compiti quotidiani o garantire la nostra mobilità.
Con l’innovazione i nostri giovani, i nostri figli e nipoti hanno cambiato il loro modo di apprendere a scuola e all’Università, così come noi stiamo cambiando l’approccio alla formazione e all’aggiornamento continuo, che ormai sono un’urgente necessità.
L’innovazione ha molto migliorato le prospettive per la cura della nostra salute e, anche attraverso una sempre più efficace raccolta e uso dei dati, sta facendo compiere passi da gigante a tutto il mondo della medicina preventiva.
L’innovazione ha sostenuto le aziende, non solo le grandi, ma di qualsiasi dimensione nel trasformare il proprio modo di produrre, creando valore per i lavoratori e i clienti tanto quanto per gli azionisti e gli imprenditori.
Paradossalmente anche il dramma della pandemia, un’esperienza che ci auguriamo di non dover mai più rivivere, ha portato con sé un elemento di progresso: milioni di imprese in Italia e in tutta Europa si sono dimostrate flessibili e rapidissime nello sviluppare nuove modalità di lavoro ibride e nuovi modelli di business.
La trasformazione digitale, adottata a una velocità che poco prima ci sarebbe sembrata impensabile, ha letteralmente salvato milioni di imprese europee e decine di milioni di posti di lavoro.
Teniamolo in mente quando sentiremo le prossime voci critiche che, legittimamente, si preoccupano di quanto i nuovi processi tecnologici rischino di soppiantare la manodopera tradizionale, ma non solo.
L’innovazione tecnologica non è necessariamente sinonimo di perdita di posti di lavoro: può, e deve essere il contrario, se tutti saremo in grado di comprendere appieno e governare questi processi di cambiamento a nostro vantaggio.
Ma facciamo attenzione, per tutto questo, il tempo a nostra disposizione non è infinito.
I tempi della transizione verso modelli basati sempre più sulle comunicazioni digitali e sull’intelligenza artificiale, o modelli basati, in un futuro sempre più prossimo, su piattaforme di condivisione e tracciamento dei dati, come la Blockchain o, dopodomani, sulla potenza esponenziale del Quantum Computing, questi tempi – dicevo – sono più vicini.
Lo sono molto più di quanto non immaginassimo solo pochi anni fa.
Faccio un esempio: grazie al Machine Learning e all’Artificial Intelligence un’impresa di San Francisco ha lanciato un nuovo software di intelligenza artificiale che, con pochi comandi vocali, riesce a svolgere attività complesse, come redigere email, scrivere report, rispondere a quesiti articolati, ma anche comporre poesie o disegni a elevato livello di sofisticazione.
In realtà siamo solo di fronte a una conferma di sentieri che conosciamo già: l’accelerazione esponenziale, il salto quantico che può avvenire in qualunque momento.
Durante la pandemia, gli investimenti massicci e la collaborazione fra scienziati, grandi imprese e governi hanno reso possibile lo sviluppo e la distribuzione di vaccini rivoluzionari – di nuovissima generazione – e tutto questo in un decimo del tempo considerato necessario fino a meno di tre anni fa.
Questo “pensiero prospettico”, questa audacia, ancora una volta, hanno salvato decine di milioni di vite e ci hanno restituito un’esistenza quasi normale.
La stessa accelerazione la stiamo vivendo oggi su una tematica particolarmente attuale come quella della transizione energetica, in cui gli sforzi si stanno concentrando sulla ricerca di fonti energetiche alternative ed efficienti.
E’ di questi giorni la notizia relativa ai progressi sulla fusione nucleare, che ci lasciano ben sperare per il futuro.
Sappiamo però che tutti questi cambiamenti, tutto questo avanzare tecnologico pone a ciascuno di noi anche alcune domande scomode.
Dobbiamo semplicemente abbracciare queste innovazioni e accettare di dipendere da esse in maniera cieca ed acritica? Dobbiamo invece avere paura di loro, della loro velocità?
Io credo che la risposta debba essere un forte “no”, no ad entrambi questi interrogativi, soprattutto non possiamo permetterci di avere paura dell’innovazione.
La paura rischierebbe di farci perdere parte delle importanti implicazioni positive, strumenti e processi, che l’innovazione tecnologica continua a portarci, sia a livello economico che sociale.
Di contro, dobbiamo gestire il cambiamento e non subirlo, ma allo stesso tempo dobbiamo aver cura di non lasciare nessuno indietro, avendo rispetto e comprensione per chi nella società preferisce o è costretto ad abbracciare il cambiamento ad un passo più lento.
Il punto di fondo resta quello a cui facevo prima cenno: l’innovazione accelera e continuerà ad accelerare ancora di più con l’acuirsi delle grandi sfide globali di questi anni.
Ad esempio, l’Europa ha un forte bisogno delle tecnologie necessarie all’indipendenza energetica e all’energia pulita.
Possiamo capire quali siano le dimensioni della sfida che è di fronte a noi se pensiamo che l’auto è uno dei settori industriali a maggiore occupazione in Europa o come la carenza dei semiconduttori, nell’ultimo anno, abbia frenato fino ad un quarto di alcune fondamentali produzioni industriali.
Quello energetico è senza dubbio uno dei temi più cogenti, su cui si sta concentrando lo sforzo delle principali economie globali.
Peraltro, la sfida energetica è stata acuita, nello scenario geopolitico, dalla guerra in Ucraina che ha inoltre accentuato la già critica situazione delle catene di approvvigionamento delle materie prime che, a loro volta, hanno fatto crescere l’inflazione molto oltre le aspettative.
Le Banche Centrali, di fronte a tale situazione inflazionistica, hanno iniziato a metà anno a migrare verso una politica monetaria restrittiva, innalzando i tassi di interesse e cercando di evitare la recessione come conseguenza diretta delle misure messe in atto.
L’entità di questi problemi ha dimostrato che ci troviamo dinanzi a temi importanti che richiedono uno sforzo condiviso, cui il settore assicurativo sicuramente contribuisce e contribuirà.
In tale contesto, inoltre, continuano ad evolvere i bisogni di cittadini e imprese, soprattutto rispetto a necessità economiche di breve o medio periodo, in particolare:
- I cittadini sono molto impattati dalla situazione macroeconomica e sempre più preoccupati di non riuscire a soddisfare alcuni bisogni primari, propri o della propria famiglia.
- Le imprese hanno l’esigenza primaria di garantire la continuità aziendale, agendo soprattutto sul controllo dei costi, primi fra tutti quelli energetici e di acquisto delle materie prime. Se da un lato si stima che le imprese italiane chiuderanno l’anno con un fatturato in crescita del 9% sia rispetto al 2021 che ai livelli pre-Covid, dall’altro registreranno una marginalità inferiore rispetto agli stessi periodi.
Anche a fronte di queste esigenze le assicurazioni stanno investendo per sviluppare nuove soluzioni e modelli di servizio che trovano nell’innovazione un ruolo sempre più decisivo per affrontare le sfide del presente.
Si tratta di un percorso che il settore ha intrapreso da anni, investendo lungo tutta la catena del valore con importanti risultati.
Diversi sono gli esempi che, come vedremo anche nel corso della giornata, si possono citare e che dimostrano l’ampiezza del percorso sinora seguito:
- I modelli di Underwriting si sono evoluti e utilizzano le più avanzate tecniche di Data Analytics per avere una maggiore capacità di stima dei rischi, assicurando un servizio di protezione sempre più vicino al reale bisogno del cliente.
- Le reti di vendita dispongono di soluzioni tecnologiche che le rendono sempre più efficaci nelle proposizioni ai loro clienti.
- I clienti hanno da tempo la possibilità di utilizzare le soluzioni digitali per gestire, ad esempio, in modo puntuale e veloce il momento delicato del sinistro.
- I dipendenti possono beneficiare di nuove modalità di lavoro e di formazione più flessibili e digitali, con prime sperimentazioni di tecnologie immersive.
E ancora:
- Le Compagnie hanno ampliato la loro offerta, facendo leva sulle nuove tecnologie, anche per coprire un numero crescente di bisogni relativi alla salute e al benessere.
Lo fanno offrendo servizi strettamente legati alle cure, ma focalizzandosi anche su informazione, prevenzione e assistenza, soprattutto per quanto riguarda pazienti anziani e cronici.
Sempre più spesso queste soluzioni includono l’utilizzo di dispositivi innovativi (es. wearable) per il monitoraggio dei pazienti, la condivisione e lo storage di informazioni cliniche e lo sviluppo di piattaforme dedicate quali la Telemedicina, divenute particolarmente cruciali in epoca covid.
- Per quanto riguarda il rischio climatico, le Compagnie stanno investendo per prevenire danni e proteggere sempre meglio i Cittadini e le Imprese, le loro abitazioni, le loro fabbriche e uffici nei confronti dei rischi catastrofali. Si fa leva su soluzioni che sfruttano sensoristica e tecnologie satellitari per raccogliere dati e l’intelligenza artificiale per elaborarli e arrivare a prevedere e monitorare il rischio di eventi climatici estremi.
- Forte evoluzione ha avuto anche l’offerta in ambito mobilità dove il settore sta sviluppando ecosistemi per fornire sempre maggiori servizi.
Anche le polizze di copertura RCA stanno evolvendo verso modelli più personalizzati basati sullo stile di guida del cliente ed in grado di stimolare comportamenti virtuosi.
A queste aree di innovazione se ne aggiungono altre sulle quali le Compagnie stanno investendo, come ad esempio, tutto il mondo dei nuovi rischi. Tra questi il rischio cyber dove si stanno sviluppando nuove soluzioni che supportino cittadini e imprese, dalla sensibilizzazione e prevenzione fino alla gestione di eventuali eventi dannosi.
Molto ampio, quindi, lo spettro dell’innovazione assicurativa, gestita sia all’interno delle nostre imprese che mettendo in essere tutta una serie di iniziative che ci permettono di intercettare le migliori soluzioni già esistenti.
Mi riferisco a percorsi di accelerazione e partnership con startup, investimenti diretti nelle stesse fino ad arrivare alla creazione di veri e propri fondi di venture capital, dedicati ad individuare e investire nelle realtà innovative a più alto potenziale.
Il settore assicurativo è, in definitiva, attore e protagonista esclusivo dell’Insurtech del Paese.
È, quindi, un soggetto di riferimento credibile poiché possiede le competenze e il know-how necessari per contribuire a indirizzare le principali sfide in atto.
Anche Ania sta continuando ad investire molto in innovazione e l’evento di oggi ne è la prova.
Concludo sottolineando, nuovamente, quanto l’innovazione sia da tempo centrale, sia per Ania che per l’intera industria assicurativa, e ribadendo che continueremo in questo nostro percorso per rispondere, sempre meglio, alle esigenze di protezione di imprese e consumatori, sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e supportando il nostro Paese nelle principali sfide che si troverà ad affrontare.
Sono certa che l’innovazione potrà rappresentare un formidabile vantaggio competitivo del Paese.
Ora è il momento di entrare nel vivo dell’evento e lasciare spazio agli altri relatori.
In particolare, ringrazio:
- Alberto Mattiello, futurista ed esperto di innovazione tecnologica e di business, che ci darà il suo punto di vista su cosa ci aspetta per il futuro e quale sarà il ruolo dell’innovazione tecnologica
- Cristiano Camponeschi, Partner di Deloitte – Officine Innovazione, che ci presenterà la ricerca svolta in esclusiva per Innovation by Ania su un panel di consumatori ed imprese.
- Ringrazio inoltre Annalisa Bruchi e gli illustri ospiti, nostri associati: il dott. Fancel, Country Manager e Ceo di Generali Italia, il dott. Campora, AD di Allianz Italia e il dott. Novelli, AD di Poste Vita che animeranno un interessante dibattito nell’ambito della tavola rotonda.
- Un sentito e speciale ringraziamento al Ministro Gilberto Pichetto Fratin che interverrà in chiusura di quella che mi auguro sia, per tutti voi, un’interessante mattinata.
Grazie