La Federlazio compie cinquant’anni. Un traguardo celebrato con una serie di eventi dal titolo “Il futuro non aspetta!”, organizzati e promossi nelle quattro province del Lazio e culminati nell’evento di chiusura, alla Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma con il presidente di Federlazio Silvio Rossignoli, il direttore Generale Luciano Mocci e tra gli altri, il presidente di Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. Momento clou la presentazione del volume ‘La storia si unisce al presente per formare il futuro’, edito dall’associazione, che racconta il percorso socio-economico del Lazio negli ultimi cinquant’anni. In mezzo secolo la regione è cresciuta di un milione di abitanti: dai 4,7 milioni di residenti del 1971 ai 5,7 del 2021. Le imprese, nello stesso periodo, sono passate da 160mila a 449mila e gli addetti sono aumentati del 105,3 per cento rispetto a una media nazionale del 57,9. Migliorata la qualità del capitale umano laziale, con un incremento dei diplomati e laureati dall’8,7 per cento del 1971 all’attuale 47,6 per cento. Al centesimo anniversario di Federlazio, nel 2072, la regione avrà 1.166.000 residenti in meno, passando dagli attuali 5.730.000 ai 4.564.000. La curva scenderà gradualmente con una certa stabilità fino al 2031 (5.683.000 milioni di residenti) e ci sarà una riduzione più accentuata a partire dal 2041 (5.588.000 residenti). Questo calo del “patrimonio demografico” avrà effetti sulla disponibilità di forze di lavoro e sul valore aggiunto. Ed è quindi necessario, è stato sottolineato, prepararsi puntando soprattutto su più elevati tassi di partecipazione al lavoro. Nonostante le crisi recenti, il tessuto produttivo laziale ha comunque dimostrato una notevole vitalità. Fra il 2012 e il 2020 le medie imprese sono cresciute a Roma del 28,8 per cento (443 imprese in più) e nel Lazio del 22 per cento. Le grandi imprese hanno registrato a Roma una crescita dell’11 per cento (41 aziende in più) e nel Lazio un +21%. Al tempo stesso non è diminuita la spinta dal basso, con un aumento nella regione del 4,4 per cento per le micro imprese e dell’8,1 per cento per le piccole imprese. “Le imprese del territorio hanno fronteggiato con volontà e capacità di resistenza i problemi legati alla pandemia e alla crisi energetica, trasformando un momento di difficoltà in una reazione decisa che ha permesso alla nostra economia di rimettersi in marcia – ha detto il presidente di Federlazio Silvio Rossignoli – siamo ottimisti sia sul futuro prossimo dell’intero sistema Pmi, sia su quello della nostra associazione, riuscita a crescere e in molti casi ad anticipare i cambiamenti”.