Nati a Napoli, a due passi dal mare e cresciuti in montagna. E dopo 150 anni, gli Alpini tornano alle origini, all’ombra di Palazzo Reale dove il 15 ottobre 1872 re Vittorio Emanuele firmò il decreto che istituiva le prime compagnie. I 150 anni dalla fondazione del corpo saranno infatti celebrati a Napoli dal 14 al 16 ottobre prossimi, con una serie di eventi e l’immancabile e tradizionale sfilata delle ‘penne nere’ per le strade del capoluogo partenopeo fino alla parata in Piazza del Plebiscito. Arriveranno in migliaia per ‘occupare’ con quattro fanfare, altrettante piazze storiche di Napoli, Piazza del Gesù, piazza Dante, piazza Carità e piazza Municipio, diffondendo le note dei canti alpini, ma anche l’irrinunciabile “O Surdato ‘nnammurato”. E poi il lungomare Caracciolo, che diventerà una cittadella militare, per presentare le truppe alpine di oggi, con i loro mezzi, i loro equipaggiamenti e anche per mettere alla prova chi volesse cimentarsi un alcune delle attività più significative del corpo d’elite: un’arrampicata insidiosa, un ponte tibetano e un assaggio di sci di fondo. “Ma solo un assaggio, perché sarebbe un po’ improbabile a pochi metri di distanza dal mare”, scherza il comandante delle truppe alpine, il generale di corpo d’armata Ignazio Gamba. “La montagna accomuna gli alpini di 150 anni fa e quelli di oggi – spiega il generale – con un addestramento duro, a temperature rigide, in contesti estremamente ‘sfidanti’. Gli Alpini di elezione sono espressione di una realtà moderna, tecnologica, ma anche saldata alla tradizione e ai valori della gente di montagna”. E negli ultimi anni il corpo ha acquisito un carattere sempre più internazionale, con l’impiego di contingenti in Ungheria, in una operazione Nato e con esercitazioni interforze con l’Us Army. A Napoli, il 14 ottobre prossimo culmineranno le celebrazioni del ‘compleanno’, con l’inaugurazione di una mostra storica a Palazzo Reale, l’apertura della cittadella di via Caracciolo, i flashmob delle fanfare in giro per la città, e la messa solenne della basilica di San Francesco di Paola. Il giorno seguente la parata militare in piazza del Plebiscito con le 20 bandiere di guerra, il labaro nazionale, decorato con le oltre 200 medaglie d’oro al valor militare e i tremila gagliardetti per rappresentare tutte le associazioni degli alpini d’Italia. Le frecce tricolori chiuderanno l’evento per il quale sono attesi in città diverse migliaia di alpini. “Sarà il modo più caloroso per ricevere l’abbraccio dei napoletani – sottolinea il comandante della brigata alpini taurinense il colonnello Mario Renna – e celebrare questo importante anniversario, grazie anche al contributo delle istituzioni e della nostra associazione nazionale alpini, che è un po’ l’altra faccia della nostra medaglia”.