L’esposizione all’inquinamento durante i primi cinque anni di vita sembra in grado di alterare la struttura cerebrale. A questa inquietante conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, condotto dagli scienziati dall’Istituto per la Salute Globale di Barcellona (ISGlobal). Il team, guidato da Anne-Claire Binter e Mònica Guxens, ha esaminato l’associazione tra l’inquinamento atmosferico nei bambini di età compresa tra nove e 12 anni e le alterazioni della connettività strutturale della sostanza bianca nel cervello. Nell’ambito del progetto Generation R di Rotterdam, gli esperti hanno considerato le informazioni relative a 3.515 bambini norvegesi, valutando l’esposizione di ciascun partecipante all’inquinamento atmosferico dalla gestazione fino a 8,5 anni di età. Tra i 9 e i 12 anni, i volontari sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale per esaminare la connettività strutturale e i volumi di varie strutture cerebrali. La microstruttura anomala della sostanza bianca, riscontrata nei pazienti maggiormente esposti all’inquinamento, è stata associata a malattie psichiatriche, come depressione, ansia e disturbi dello spettro autistico.I ricercatori hanno scoperto inoltre un legame tra l’esposizione specifica al particolato fine e il volume del putamen, una struttura cerebrale coinvolta nella funzione motoria, nei processi di apprendimento e in molte altre funzioni. Stando a quanto emerge dall’indagine, una maggiore esposizione al PM2,5, in particolare nei primi due anni di vita, sembra provocare dimensioni più elevate del putamen durante la preadolescenza. “Il volume maggiore del putamen – sostiene Binter – è stato correlato a disturbi psichiatrici, come schizofrenia, disturbi dello spettro autistico e manie ossessivo-compulsive. Il nostro lavoro suggerisce che questa struttura potrebbe essere particolarmente suscettibile all’inquinamento atmosferico nei primi anni di vita”. “Il cervello dei bambini – conclude Guxens – sembra essere particolarmente suscettibile agli effetti dell’inquinamento atmosferico non solo durante la gravidanza, ma anche durante i primi anni di vita. Sarà opportuno continuare a misurare i parametri considerati in questa coorte per indagare i possibili effetti a lungo termine”.