Le bollette troppo ‘salate’ – a causa della guerra tra Russia e Ucraina e della crisi energetica – spaventano i romani: un cittadino su due, ben il 53% si dice, infatti, preoccupato per il pagamento di acqua, luce, gas e telefono. Al contempo, solo il 30% degli intervistati è disposto a rinunciare all’utilizzo dell’aria condizionata. Sono dati che emergono da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che ha esaminato come si stanno modificando comportamenti e attitudini dei romani nella quotidianità dell’attuale scenario di crisi, alla luce delle difficoltà negli approvvigionamenti di energia e dei rincari dei prezzi. L’indagine è stata realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età compresa tra 16 e 74 anni (oltre 44 milioni di individui) e dei residenti nelle principali Aree Metropolitane (oltre 13 milioni di persone), secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste, condotte mediante metodo Cawi (Computer Assisted Web Interviewing: metodologia di raccolta dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web). Dallo studio emerge comunque che il 91% dei cittadini si dice già attivo o intenzionato ad adottare comportamenti virtuosi di risparmio energetico: nove romani su dieci hanno già messo in atto, o comunque prevedono di farlo, comportamenti personali virtuosi, mirati al risparmio energetico e alla salvaguardia dell’ambiente. In realtà però, analizzando i singoli casi, anche piccole accortezze che richiedono uno sforzo minimo sono ancora lontane dalla piena diffusione: non lasciar correre acqua calda inutilmente è il comportamento più diffuso, adottato dal 62% dei capitolini, seguito dall’azionare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico (59%), dallo scegliere elettrodomestici a basso consumo e dal sostituire le vecchie lampadine con quelle a led (entrambe al 49%). Quando si parla invece di comfort climatico i romani sono meno inclini al compromesso: meno di uno su due (il 46%) è disposto a ridurre la temperatura dei termosifoni d’inverno (media italiana al 44%), mentre solo il 30% a rinunciare o a ridurre l’uso del condizionatore d’estate. La mobilità resta, invece, per i capitolini un tema delicato da affrontare. Solo il 23% degli intervistati si dice disposto, a oggi, a ridurre i viaggi in auto e utilizzare maggiormente i mezzi pubblici. Si tratta del dato più basso nazionale (media 27%). Ben il 73% dei romani utilizza la propria auto per gli spostamenti quotidiani, appena l’1% utilizza il car sharing. Il 31% si muove a piedi (per spostamenti di almeno un chilometro), mentre il 30% utilizza i mezzi pubblici. Solo il 9% utilizza invece la propria bicicletta: è il dato più basso tra le maggiori città italiane. Nei prossimi sei mesi questo quadro potrebbe però mutare: coloro che prevedono di utilizzare l’auto calano al 59% (dal 73%), mentre si incrementa di 9 punti percentuali l’utilizzo del car sharing (al 10%). Scende invece la percentuale di coloro che hanno intenzione di utilizzare i mezzi pubblici (25%), e aumenta il numero di coloro che invece si muoveranno a piedi, al 38%. Incrementa di appena 3 punti percentuali l’utilizzo della propria bicicletta (12%). Preoccupa anche l’incapacità di sostenere una spesa imprevista (48%), seguita dal timore delle spese dentistiche (38%). A livello più generale, invece, Il 31% degli intervistati ha indicato la continua dipendenza dalle importazioni di energia dall’estero come prima preoccupazione, seguita dal ricorso all’energia nucleare al 22%, quindi dal rischio di non dare priorità alla transizione energetica e all’approvvigionamento da fonti rinnovabili al 21%. Dato, quest’ultimo, che pone i romani come il popolo più preoccupato in Italia da questo punto di vista, rispetto a un dato nazionale al 15%. Il nucleare spaventa, ma i romani sono tra i più favorevoli: uno su due sarebbe disposto a utilizzare questa fonte di energia.