Milano, Bologna e Torino sono le città italiane più a misura d’uomo o, meglio, che più si avvicinano al modello della Human Smart City. A rilevarlo è la sesta edizione dello Smart City Index di EY che quest’anno diventa Human Smart City Index, integrando indicatori legati ai comportamenti ecologici, alle competenze digitali dei cittadini e all’inclusione sociale.
La prima città piccola (meno di 80 mila abitati) in classifica è Pordenone (21esimo posto), mentre le prime tre città del Sud sono Cagliari (19esimo posto), Napoli (34esimo posto) e Bari (36esimio posto). Enna, Barletta e Carbonia chiudono la classifica
Tra le 40 città del Sud solamente tre città metropolitane sono nella prima fascia: Cagliari, Napoli e Bari. Nuovi valori e comportamenti, ripensamento di luoghi e modalità di lavoro, recupero del senso di comunità: l’esperienza del lockdown e, più ampiamente, l’impatto del Covid-19 hanno modificato profondamente le priorità e le abitudini degli italiani, con impatti considerevoli sui lavoratori e, di conseguenza, sull’evoluzione delle città. È per questa ragione che la domanda di città ‘a misura di persona’ sta emergendo in maniera molto forte e anche le aziende si trovano a dover comprendere e gestire l’impatto dei nuovi trend urbani sui loro dipendenti: lo smart working, una nuova visione del lavoro e dei valori a esso legato sono la parte più evidente, ma la maggiore attenzione all’ambiente, il desiderio di spostamenti più sostenibili e un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata sono trend irreversibili. Le città che saranno più capaci e più veloci nel riprogettarsi e nel riqualificare gli spazi residenziali e di lavoro diventeranno più attrattive.