Salari bassi, contratti non sempre garantiti nel tempo, condizioni di lavoro che non attirano. Il risultato? Oggi assumere è diventato più difficile. Si è visto bene per i due concorsi per il Sud, andati se non deserti, quasi: posti a tempo determinato, 36 mesi, e con uno stipendio pari più o meno a 1.500 euro per dei professionisti non è un granché. Succede anche nel privato. Secondo Indeed, una tra le più grandi piattaforme che media offerte e domande di lavoro “se fino fino a qualche tempo fa, i datori di lavoro potevano spesso scegliere tra più candidati, ugualmente preparati e competenti, per una stessa posizione, oggi non è più così e assumere è diventato molto più difficile”.Il rapporto tra offerte di lavoro e tasso di disoccupazione è aumentato del 73% rispetto al 2019, con conseguente spostamento del potere decisionale dalle aziende ai candidati. Certo non sempre e non in tutti i settori. L’analisi delle offerte di lavoro postate su Indeed mostra come i mercati europei abbiano registrato un marcato incremento delle opportunità di lavoro rispetto a inizio 2020. In Italia, ad esempio, a fronte di un calo delle offerte del 40% in piena pandemia, a partire da maggio 2021 si è registrata una crescita costante, con un picco di incremento del +58% a marzo 2022. Come dire che se prima un candidato poteva scegliere tra 100 offerte, oggi ne ha 150. Una crescita che ha premiato il Nord, ma egualmente importante al Centro e al Sud. E che si è registrata in tutta Europa.
C’è un problema però. La forza lavoro attiva, almeno in Italia, è diminuita. Oggi, le persone tra i 20 e i 64 anni che stanno lavorando o sono in cerca di occupazione sono diminuite rispetto alla fine del 2019 e il calo in Italia il calo è stato più marcato rispetto al resto d’Europa. Un divario che non è ancora stato colmato. E a uscire dal lavoro non sono quelli più avanti con gli anni, come è accaduto negli Usa con il fenomeno delle grandi dimissioni. A rinunciare in Italia sono stati i giovani e le donne.
La guerra in Ucraina poi ha cambiato le carte in tavola. “Con l’aumento dell’inflazione – dichiara Gianluca Bonacchi, recruitment insight expert di Indeed – è probabile che una buona fetta di queste persone decida di rientrare nel mondo del lavoro, spinta dalla necessità di far fronte ai costi crescenti. Le imprese dovranno essere pronte a farsi notare per attrarre anche questi professionisti di ritorno”.
Come Fare? “Lo stipendio – aggiunge Bonacchi – giocherà sempre un ruolo centrale, ma puntare sulla trasparenza e sul raccontare i valori e la vita in azienda può fare la differenza. Basti pensare che oggi le persone stanno diventando più esigenti nelle loro scelte di lavoro, riducendo il numero delle candidature inviate e aumentando il tempo trascorso a leggere le recensioni aziendali. Un indicatore importante di cosa conta oggi per i candidati”.
Barbara Ardù, Repubblica.it