Nonostante la GDO stia contenendo il trasferimento degli aumentati costi di produzione e trasporto ai consumatori, gli italiani hanno già ben chiare le strategie di risparmio da adottare per salvaguardare il budget familiare in caso di un aumento generale dei prezzi. Per il 45% delle famiglie la soluzione sarà quella di concentrare gli acquisti su soli prodotti e servizi indispensabili effettuando un decuttering del carrello. 1 italiano su 5 prevede invece di ridurre le quantità acquistate senza però rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi scelti. L’11% dovrà invece effettuare un “doppio taglio” al carrello – sia in termini di quantità che di qualità. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, presentati a Marca 2022. Silvia Zucconi – Responsabile della Business Unit Market Intelligence di Nomisma – ha proposto una (re)visione del ruolo che la sostenibilità ricopre oggi, alla luce del mutato contesto internazionale. Il conflitto russo-ucraino – spiega Nomisma- unitamente all’indisponibilità di materie prime ha condotto ad un importante aumento dei costi di gas, petrolio, rame e alluminio con ricadute tanto nel mondo produttivo quanto nelle scelte di consumo familiari. L’approvvigionamento energetico italiano dipende, infatti, per il 42% dal gas, per il 36% dal petrolio e per l’11% da energie rinnovabili. Una simile dipendenza da gas e petrolio ha prodotto un aumento della bolletta energetica italiana di 68 miliardi di euro. L’aumento dei costi energetici e delle materie prime sono tra le principali difficoltà prodotte dal conflitto e lamentate da oltre 9 imprese su 10.
Le imprese italiane stanno pensando a strategie per superare le nuove difficoltà imposte dallo scenario conflittuale e dagli spillover prodotti sull’intero sistema produttivo. La revisione dei prezzi di vendita è la prima via d’uscita indicata dall’87% delle imprese. 1 impresa su 2 sta poi valutando nuovi mercati di approvvigionamento così da oltrepassare le criticità attuali.
Nel periodo 2021-2023, inoltre, 1 impresa su 4 si dice inoltre intenzionata ad effettuare ecoinvestimenti, scelta che può generare vantaggi in termini di fatturato, occupazione ed export come testimoniano le performance delle aziende che hanno già effettuato investimenti green – migliori di quelle realizzate da imprese che non hanno invece acquistato prodotti e tecnologie verdi.
Uno scemnario, sintezza Nomisma, che porta ad ad un crollo del clima di fiducia dei consumatori, che scende al di sotto dei livelli pre-pandemici.
Ma come si ripercuote tutto questo sul carrello della spesa?
I carrelli, spiega ancora Nomisma, non saranno sinonimo solo di qualità ma anche di sostenibilità: il 59% della popolazione presta più attenzione ai temi green rispetto al 2019.
Sostenibilità che per gli italiani significa soprattutto fare scelte di responsabilità verso le generazioni future (43%), che contrastino gli sprechi e che anzi portino un risparmio e un vantaggio economico (30%) – come testimonia il fatto che l’89% degli italiani adottano quotidianamente scelte sostenibili contenendo gli sprechi idrici ed energetici.
Per l’84% degli italiani la sostenibilità passa invece dalle scelte di acquisto alimentari.
La presenza di caratteristiche di sostenibilità rappresenta tuttora un buon motivo per scegliere un prodotto alimentare al posto di un altro. Il 34% degli italiani indica la sostenibilità ambientale tra i principali driver di scelta di un prodotto alimentare e il 28% sceglie anche in base alla sostenibilità del packaging. Tra gli altri motivi che spingono i consumatori a mettere nel carrello un prodotto alimentare la presenza di offerte e promozioni (38%) e l’italianità delle materie prime (40%).
Pur salvaguardando il budget familiare il consumatore italiano non rinuncia al suo sistema valoriale – che diventa una bussola a cui affidare le scelte di consumo al punto che il 70% degli italiani nel corso del 2021 ha acquistato da aziende attive sul piano ambientale e il 63% da imprese con cui si condividono i medesimi valori.