Un dispositivo sperimentale basato su un’interfaccia cervello-computer ha consentito a persone con Sla di utilizzare un computer per comunicare tramite testo e svolgere attività quotidiane come acquisti online e operazioni bancarie. A sperimentarlo è uno studio preliminare che sarà presentato al 74esimo incontro annuale dell’American Academy of Neurology.
La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce le cellule nervose del cervello e del midollo spinale. Le persone con Sla perdono la capacità di avviare e controllare il movimento muscolare, che spesso porta alla paralisi totale. “Le persone con SLA perdono progressivamente la capacità di muovere gli arti, rendendole incapaci di utilizzare dispositivi come un telefono o un computer – ha affermato l’autore dello studio Bruce Campbell, dell’Università di Melbourne in Australia e membro dell’American Academy di Neurologia – la nostra ricerca è entusiasmante perché mentre altri dispositivi richiedono un intervento chirurgico che comporta l’apertura del cranio, questo dispositivo di interfaccia cervello-computer è molto meno invasivo. Riceve segnali elettrici dal cervello, consentendo alle persone di controllare un computer con il pensiero”. Per lo studio, quattro persone con Sla sono state sottoposte a una procedura per impiantare il dispositivo nel cervello. L’interfaccia cervello-computer viene alimentata attraverso una delle due vene giugulari nel collo in un grande vaso sanguigno nel cervello.
Il dispositivo, composto da un materiale simile a una rete con 16 sensori collegati, si espande per rivestire la parete del vaso. Lo strumento è collegato a un dispositivo elettronico nel torace che poi trasmette i segnali cerebrali dalla corteccia motoria, la parte del cervello che genera segnali per il movimento, in comandi per un computer portatile.
I ricercatori hanno monitorato i partecipanti per un anno e hanno scoperto che il dispositivo era sicuro. Non ci sono stati eventi avversi gravi che hanno portato a disabilità o morte. Il dispositivo è rimasto in posizione anche per tutte e quattro le persone e il vaso sanguigno in cui è stato impiantato il dispositivo è rimasto aperto. Un limite della ricerca, sostengono i ricercatori, è la piccola dimensione dello studio.