
È rimasto parzialmente inattuato, soprattutto per la filiera produttiva del marmo, il Piano di rilancio del Nuorese, avviato nel 2015 con un investimento di 55 milioni, di cui 15 milioni, ancora bloccati, destinati al comparto estrattivo.
L’intervento per il comparto del marmo dovrà essere rivisto, come è emerso dopo una serie di audizioni davanti alla Quinta commissione (Attività produttive) del Consiglio regionale, sollecitate dal capogruppo sardista ed ex sindaco di Orosei (Nuoro), Franco Mula.L’impasse del programma per il rilancio della filiera del marmo, che ha un fatturato di oltre 150 milioni di euro l’anno e in cui sono impiegati circa mille addetti, è il risultato di una serie di fattori, come hanno spiegato alla Quinta commissione funzionari degli assessorati all’Industria e alla Programmazione: eccessiva rigidità dei meccanismi dei finanziamenti europei, questioni ambientali, problemi di riprogettazione della logistica, spostamento degli stabilimenti e acquisizione di nuovi terreni con infrastrutture adeguate.
La responsabile del centro regionale di programmazione, Francesca Lissia, ha suggerito di rimodulare l’intervento, selezionare le priorità e concentrare le risorse, prospettiva condivisa anche dagli imprenditori del settore del marmo, preoccupati, però, dalla tempistica.
Mula ha ipotizzato una delibera, che la Giunta regionale potrebbe adottare, per individuare un nuovo strumento operativo, con un ruolo centrale dell’assessorato all’Industria.