
Il 2022 sarà l’anno delle riforme per il Pnrr. Entro dicembre, infatti, un importante numero di provvedimenti legislativi previsti dal Piano saranno approvati definitivamente. L’obiettivo è quello di completare quasi del tutto la cornice normativa, dando così la possibilità di concentrarsi sull’effettivo utilizzo delle risorse dal prossimo anno fino al 2026, quando tutti i progetti dovranno essere completati.
I cronoprogrammi sono illustrati dagli stessi ministeri, che in queste settimane stanno intervenendo in audizione in Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. Ieri, ad esempio, è stata la volta di Enrico Giovannini (infrastrutture), Vittorio Colao (innovazione e transazione digitale) e di Valentina Vezzali (sottosegretaria allo sport), ma nelle ultime settimane praticamente tutti i titolari dei vari dicasteri sono intervenuti nelle commissioni parlamentari. E tutti hanno elencato una serie di provvedimenti che a breve saranno definitivamente approvati: dalla giustizia (civile, penale e tributaria), alle infrastrutture, passando per lavoro, innovazione tecnologica e cultura.
Enrico Giovannini. Nell’audizione di ieri, il ministro delle infrastrutture ha presentato un nuovo modello di cronoprogramma spalmato da qui al 2026. Il 2022 è appunto dedicato alle riforme, con la realizzazione dei progetti che deve essere completata entro i prossimi quattro anni. «Sono già due» spiega Giovannini, «le riforme approvate nel 2022 e altre due arriveranno entro la fine dell’anno». La prima riforma approvata riguarda la semplificazione normativa per le infrastrutture nell’ambito dell’approvvigionamento idrico, la seconda la semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica in ambito portuale. Entro dicembre sarà la volta delle concessioni portuali, inserire nel ddl concorrenza, e del cold ironing. In generale, sono 44,4 i miliardi che il Pnrr dedica alle infrastrutture, con la parte del leone che è fatta dallo sviluppo del sistema ferroviario (36 miliardi di investimenti da qui al 2026).
Vittorio Colao. Per quanto riguarda innovazione e transizione digitale, sono poco meno di 20 (19,8) i miliardi che riservati nel Pnrr. Tra questi, più di due miliardi (aggiungendo le risorse del fondo complementare) andranno a sviluppare il mercato dello spazio. Proprio su questo aspetto si è incentrato l’intervento del ministro Colao di ieri in audizione: «il settore», le parole del ministro, «presenta ampi margini di crescita, basti pensare che le stime parlano di un mercato dal valore di 642 miliardi di dollari nel 2030. Interverremo in sei ambiti: telecomunicazioni, osservazione della terra, tecnologie per nanosatelliti, esplorazione e infrastrutture orbitanti, ricerca e formazione e infrastrutture a terra». I programmi, ha spiegato Colao, sono stati elaborati e sono ora pronti all’analisi per arrivare all’approvazione.
Valentina Vezzali. La sottosegretaria allo sport, nel suo intervento, si è concentrata in particolare sul piano «sport e inclusione», definito dal Pnrr, che prevede investimenti in infrastrutture sportive (e non solo) che mirino a ridurre le differenze sociali. Sono 700 i milioni di euro stanziati per il progetto. Sono tre le scadenze imminenti indicate da Vezzali; la prima, entro il 31 marzo 2022, riguarda la pubblicazione dell’avviso di manifestazione di interesse, nonché del decreto con le modalità attuative. Le altre due, invece, vengono direttamente dalla commissione Ue: entro il primo trimestre del 2023 dovranno essere notificate le aggiudicazioni degli appalti pubblici, mentre entro il secondo trimestre del 2026 dovranno essere stati completati almeno 100 dei progetti approvati. Tre i cluster di intervento: realizzazione di nuovi impianti sportivi (almeno 350 milioni dei 700 a disposizione), rigenerazione di impianti esistenti (188 milioni di euro) e costruzione o rigenerazione di impianti appartenenti alle federazioni (162 milioni di euro).
Dario Franceschini. L’altro ieri, il 22 febbraio, è stata la volta invece del ministro della cultura, che ha elencato i prossimi passi; «il primo intervento», le parole di Franceschini, «riguarda l’efficientamento energetico in cinema, teatri e musei. Il 22 dicembre 2021 è stato pubblicato il bando per la parte degli spazi non statali, il 18 marzo scade il termine della presentazione delle domande e a inizio giugno 2022 ci sarà l’emanazione dei decreti, poi sarà la volta del controllo della Corte dei conti. La scadenza è fissata per il 30 giugno. Il secondo investimento, invece, è probabilmente quello con maggior rilievo in termini di risorse e merito: l’attrattività dei borghi. Parliamo di 1 miliardo di euro, diviso in due voci: la prima per interventi in almeno 229 borghi su singoli edifici o luoghi, di cui a dicembre è stato già pubblicato l’avviso pubblico con bando in scadenza il 15 marzo; e la seconda, con 420 milioni del miliardo complessivo, per la rinascita di un borgo per regione».
Roberto Cingolani. Il ministro per la transizione ecologica è già intervenuto più volte in Parlamento per parlare dello stato di attuazione del Pnrr. L’ultima lo scorso 21 febbraio presso le commissioni riunite ambiente. Lo slogan di Cingolani è quello di far diventare l’Italia «un campione mondiale della transizione ecologica». «Se guardiamo ai prossimi mesi», le parole del ministro, «prevediamo di aggiudicare bandi già in corso per oltre 2,5 miliardi di euro: Impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,5 miliardi), Progetti faro di economia circolare (0,6), Isole Verdi (0,2), Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (0,27). Nel corso del semestre prevediamo inoltre di emanare nuovi bandi per quasi 10 miliardi di euro: Sviluppo Agrovoltaico (1,1), Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo (2,2), Sviluppo del biometano (1,92), Rafforzamento smart grid (3,61), Interventi su resilienza climatica reti (0,5), Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento (0,2), Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33)».
Marta Cartabia. L’audizione della ministra della scorsa settimana è una di quelle che ha fatto maggiormente discutere. Durante il suo intervento, infatti, Cartabia ha annunciato un provvedimento che sancirà l’incompatibilità tra l’ufficio per il processo (istituto di supporto al lavoro dei tribunali rafforzato dal Pnrr) e la professione forense, misura poi effettivamente presente nella bozza del decreto Bollette approvato dal Consiglio dei ministri il 18 febbraio. La questione ha sollevato molte polemiche nel mondo forense. Oltre a questo, però, la ministra ha anche indicato i prossimi interventi sulla giustizia, assicurando che entro dicembre saranno approvati tutti i decreti attuativi delle riforme del processo civile e di quello penale e che, sempre quest’anno, sarà approva la riforma della giustizia tributaria, che tra l’altro non dovrebbe arrivare con legge delega ma con un provvedimento più «rapido», come affermato dalla stessa ministra in Parlamento.
Giancarlo Giorgetti. Sempre la scorsa settimana, precisamente il 16 febbraio, anche il ministro dello sviluppo economico è stato audito in commissione sullo stato di avanzamento dei lavori del Pnrr. «Le risorse assegnate al Mise per l’attuazione degli investimenti ammontano a 18,161 miliardi, di cui 3,094 miliardi sono stanziamenti già disponibili», le parole di Giorgetti. All’interno del Pnrr, il Ministero dello sviluppo economico è titolare di 10 progetti di investimento e un progetto di riforma, relativo alla revisione del codice della proprietà industriale. «L’obiettivo è porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell’economia garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività», ha concluso il ministro.
Andrea Orlando. Lo scorso 9 febbraio, infine, il ministro del lavoro è intervenuto davanti alle commissioni lavoro e affari sociali (riunite) per aggiornare i parlamentari sul Pnrr e le materie di sua competenza. In merito all’attività finora realizzata «con anticipo rispetto alla scadenza dello scorso 31 dicembre», ha spiegato Orlando, «sono stati raggiunti gli obiettivi del 2021 con l’adozione, appunto, del programma Gol in data 5 novembre 2021 e del Piano nuove competenze in data 14 dicembre 2021, nonché con il Piano operativo infrastrutture e investimenti sociali in data 9 dicembre 2021. Abbiamo dunque definito il quadro delle riforme delle politiche attive, delineato i livelli essenziali delle prestazioni della formazione e del duale, adottato il piano operativo in tema di infrastrutture e investimenti sociali». Nel 2022 saranno poi ripartite alle regioni anche le risorse per il rafforzamento del sistema duale (per un plafond complessivo di 600 milioni di euro) e si avvierà la programmazione dei percorsi formativi «che rappresentano il luogo dell’incontro tra il sistema di istruzione e formazione e il mercato del lavoro».
Michele Damiani, ItaliaOggi