Domani primo gennaio l’euro farà 20 anni. In questi ultimi tempi si sta avviando verso il digitale, cercando di far fronte all’aumento dell’inflazione.
L’euro è stato introdotto il 1° gennaio 1999 come moneta virtuale, usata dalle banche e dai mercati finanziari. Ma per molte persone è diventata una vera e propria moneta il 1° gennaio 2002, quando banconote e monete sono entrate in circolazione in dodici paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Germania e Italia. In Italia l’euro valeva 1.936 lire, e abituarsi alla nuova moneta e al nuovo calcolo ha richiesto diversi mesi di ‘aiuti’ da parte dei convertitori, doppi prezzi esposti e molti casi di prezzi rivisti al rialzo. Le banconote furono emesse sia dalla Bce che dalle banche centrali nazionali. Il volume iniziale di banconote in euro fu di 14,9 miliardi; tra 9 e 10 miliardi furono fatti girare e 5 miliardi erano le riserve logistiche. Un anno dopo le banconote in circolazione diventarono 8,2 miliardi e 11,3 miliardi alla fine del 2006. Nell’agosto 2021, la cifra era salita a 27,4 miliardi.
Nel 2008 c’è stata la crisi finanziaria internazionale che ha portato alla più grande crisi mai vissuta dalla moneta unica. L’ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi fu fondamentale nel salvare l’euro, e nel 2012 disse alla Bce che avrebbe fatto tutto il necessario per preservare la moneta: “Whatever it takes”.
Con il tempo le tensioni scatenate dalla crisi del debito sovrano, con l’esplosione di correnti politiche anti europeiste e populiste, sono diminuite.
L’Ue sottolinea anche che la sua stabilità rende attraente per le aziende di tutto il mondo che commerciano con l’Europa accettare i prezzi in euro, risparmiando alle aziende europee i costi delle fluttuazioni di valuta e della conversione degli euro in altre valute. Nel 2020, il 60% delle esportazioni al di fuori della zona euro sono state fatturate in euro.
Attualmente l’euro deve ancora affrontare l’impennata dell’inflazione quest’anno, guidata principalmente dai prezzi dell’energia. Secondo Eurostat, l’inflazione nella zona euro è arrivata al 4,9% a novembre, rendendo difficile il raggiungimento dell’obiettivo a medio termine del 2% fissato dalla Bce. Il nuovo presidente della Bce, Christine Lagarde, ha più volte sottolineato la necessità di puntare alla digitalizzazione della moneta unica, sulla falsa riga delle tecnologie introdotte dal boom delle criptovalute, ma con un controllo centralizzato da parte delle istituzioni. Resta una sfida.
“Crediamo che l’Euro digitale potrebbe aiutare l’Europa a cogliere vantaggio dalla transizione digitale” dei pagamenti, ma il progetto “comporta anche dei rischi”, ha detto Lagarde al Parlamento europeo lo scorso luglio, e “deve essere progettato come una forma effettiva di pagamento, non come forma di investimento”.