La maggior parte dei lavori precedenti sugli effetti del sonno sugli mRNA si è concentrata sulle trascrizioni nel citosol neuronale. Tuttavia, Aton e Delorme hanno scoperto che, dopo l’apprendimento, importanti cambiamenti negli RNA sono invece presenti, quasi esclusivamente, sui ribosomi associati alle membrane cellulari neuronali. Il team ha prima applicato un metodo biochimico comunemente usato che omogeneizza e centrifuga il tessuto ippocampale, per separare il citosol (il componente acquoso del citoplasma di una cellula all’interno del quale sono sospesi organelli e particelle più piccoli) da altri componenti cellulari che di solito sono considerati “detriti”. (reticolo endoplasmatico, apparato del Golgi, membrana cellulare, ecc.). In questo studio, gli autori hanno scoperto che l’RNA associato ai ribosomi nel citosol variava a seconda del sonno degli animali confermando precedenti studi trascrittomici. Tuttavia, i ribosomi citosolici non hanno mostrato quasi nessun cambiamento di RNA a seconda dell’apprendimento precedente. “Se ci fossimo fermati lì, non avremmo trovato nulla di nuovo. Abbiamo sentito fortemente che dovevamo ripensare alla nostra metodologia”, ha spiegato Aton. Poiché è ben noto che il reticolo endoplasmatico è ricoperto di ribosomi, il macchinario che converte gli RNA in proteine, Delorme e Aton hanno deciso di sequenziare gli RNA nelle altre parti della cellula, i “detriti”, al di fuori del citosol. È nella frazione cellulare contenente membrana, meno studiata, che hanno scoperto che molte trascrizioni erano influenzate in funzione dell’apprendimento precedente. Queste trascrizioni modificate differivano anche in modo significativo se agli animali era stato permesso di dormire dopo l’apprendimento, consentendo l’archiviazione di un nuovo ricordo, o se erano stati privati del sonno. Questi risultati inaspettati aprono la porta a molte altre indagini. Dormire poco ha effetti negativi sulla memoria. A dimostrarlo, uno studio sui topi condotto da un team di biologi cellulari dell’Università del Michigan. Esplorando i meccanismi coinvolti nell’immagazzinamento della memoria connessi al sonno, il gruppo di lavoro ha scoperto che gli RNA associati a un compartimento cellulare poco studiato nei neuroni dell’ippocampo, dopo l’apprendimento, variano notevolmente tra i topi addormentati e quelli privati del sonno. I risultati sono pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences. Sara Aton, professore associato presso il Dipartimento di biologia molecolare, cellulare e dello sviluppo, e James Delorme, neolaureato in neuroscienze all’Università del Michigan hanno ipotizzato che sia un evento di apprendimento che il successivo sonno (o perdita di sonno) avrebbero avuto un impatto sulla traduzione dell’mRNA.