L’Afghanistan non può tornare a essere un santuario per il terrorismo e la situazione nel Paese non deve avere effetti destabilizzanti nella regione e oltre”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella foto, nel suo intervento alla VI Conferenza nazionale sulle dipendenze. Impedire che il Paese torni a essere un focolaio per il terrorismo è “tra le priorità attuali, accanto all’assistenza umanitaria al popolo afgano e agli sforzi per evitare il collasso del Paese” ha evidenziato il ministro. Di Maio ha ricordato che si tratta di un “Paese che più di ogni altro – con l’85% della produzione mondiale di oppio – è associato al traffico di stupefacenti. Il nostro impegno, espresso da ultimo in occasione del vertice del G20 a presidenza italiana, e dedicato a questo Paese, è orientato a fare in modo di tornare a sviluppare, non appena le condizioni lo consentiranno, una serie di progetti delle Nazioni Unite, tra cui quelli di riconversione delle colture illecite, in linea con quanto la Farnesina ha già fatto in passato proprio in Afghanistan e continua a fare con successo in altri Paesi”, ha dichiarato il ministro. Il ripudio del terrorismo e la cooperazione nel contrasto al narcotraffico sono, ha evidenziato Di Maio, “due dei capisaldi della posizione internazionale nei confronti dei talebani, parametri che misureremo sulla base delle loro azioni e non delle loro dichiarazioni”. Riguardo il programma delle droga, questa è l’opinione di Di Maio: “Il ministero degli Esteri è sempre stato in prima linea in questo sforzo collettivo , tramite un’articolata azione di diplomazia giuridica e di cooperazione che portiamo avanti nei principali forum multilaterali e nei rapporti coi paesi terzi. Ricorrono nel 2021 il 60° anniversario della convenzione unica sugli stupefacenti e il 50° della convenzione sulle sostanze psicotrope: quegli strumenti, insieme alla convenzione contro il traffico illecito di stupefacenti, sono i pilastri dell’architettura internazionale sul contrasto delle droghe”. Di Maio ha ricordato anche le cifre drammatiche sulla diffusione e il consumo di droghe nel mondo: “Nel 2020 si stima che oltre 275 mln di persone nel mondo abbiano fatto uso di droga e oltre 36 mln abbiano sofferto di disturbi dal consumo di stupefacenti. Nel 2019 l’uso di droghe ha portato alla morte mezzo milione di persone”. Il ministro ha sottolineato che “in molte parti del mondo, i servizi di trattamento, cura e riabilitazione sono inadeguati o assenti”, questo a fronte di un’emergenza che cresce, anche a causa dell’introduzione di nuove droghe: “Nuove sostanze psicoattive dai danni ancora sconosciuti vengono create con una rapidità preoccupante. Il narcotraffico finanzia il crimine organizzato e le principali sigle terroristiche, a scapito delle nostra sicurezza collettiva oltre ad alimentare corruzione e riciclaggio di denaro”.