Vaccino, Di Maio: i giovani stanno dando un grande esempio

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 “Voglio ringraziare soprattutto i giovani. Si sono vaccinati più loro che i meno giovani, dando un grande esempio di come ci si può riprendere la libertà”. Lo ha detto a Pescara il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella foto, nel corso della presentazione del suo libro “Un amore chiamato politica” nell’ambito FLA – Festival di Libri e Altrecose”.  Relativamente alla possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale, Di Maio ha evidenziato che “in questo momento non stiamo vagliando questa ipotesi. Seppur più lentamente rispetto a prima, la campagna vaccinale sta andando avanti”, ha concluso, ribadendo la necessità di far sì che le vaccinazioni proseguano.  “La pandemia mi ha portato a scrivere questo libro. C’è un prima e un dopo. Dopo la pandemia le persone oggi ci chiedono di fare le cose con più responsabilità. Oggi la gente chiede di fare le cose seriamente e con responsabilità”. “In questo libro – ha aggiunto- ho voluto cercare di raccontare non i fatti della politica che leggiamo tutti i giorni sui giornali ma far capire emozioni, paure e certezze per una persona che ha partecipato alla costruzione di tre Governi, alla legge sul taglio dei parlamentari, ma anche alla crescita del Movimento Cinque Stelle, e in questo ho cercato di raccontare come ci si sente quando devi fare delle scelte. Io spero che chi legga il libro lo faccia anche con senso critico. I politici hanno emozioni, sensazioni e non sono così algidi come li vediamo spesso  dall’esterno”. Nel corso dell’incontro, Di Maio ha difeso il reddito di cittadinanza: “Grazie al reddito di cittadinanza durante la pandemia abbiamo evitato disordini sociali perché quelle famiglie hanno potuto dare da mangiare ai propri figli. Se qualcuno pensa di poter togliere una misura che riguarda tre milioni di cittadini non ha capito la situazione di emergenza”.     “Mario Draghi – ha aggiunto – ha tenuto fede alla promessa. Lo ha rifinanziato. Abbiamo cambiato i parametri. Qualcuno si lamenta che non sono arrivate le proposte di lavoro. Abbiamo perso un milione di posti di lavoro durante la pandemia. Non c’è lavoro per chi lo aveva, figuriamoci per chi già non lo aveva”.