(di Tiziano Rapanà) Sono stato subissato di insulti per aver espresso una verità limpida, inequivocabile. I Cugini di Campagna sono un gruppo luminosamente rock – almeno nel periodo con Paul Manners – decisamente molto più dei Måneskin. Invito nuovamente i lettori ad ascoltare Metallo e Gomma, due lp che rappresentano la creatività più viva e vivace dei Cugini. Non avevano nulla a che fare con la frivolezza del cantare smielato italiano di quel periodo. In quei due dischi si sentono echi di un suono internazionale, molto vicino alla musica inglese e a gruppi come gli Status Quo. Poi si sono persi, la storia è nota, ma mi sembra ingiusto ridurre i Cugini al plateale successo di Anima mia. Non sono cantanti da una canzone: il loro repertorio contiene pezzi interessanti, mescolanze riuscite di pop classico e rock progressivo (ascoltate brani come Morbide le mani, Ufo e La prima notte, per capire bene cosa intendo), sperimentazioni ardite ed evergreen immortali. Abbandonate il pregiudizio che avete nei loro confronti e riscoprite i loro dischi. Si trovano tutti sulle piattaforme digitali. Il futuro dei Måneskin non è certo, sarà il tempo a certificare la stabilità del loro successo. Il passato dei Cugini è noto e testimonia la qualità di un gruppo che ha espresso originalità tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso. Il resto è superfluo e notarella di gossip per discutere sui giornali. Della polemica sui vestiti nemmeno voglio spendere una parola, non mi interessa commentare una fesseria che con la musica c’entra poco. I Måneskin probabilmente avranno preso ispirazione dal look dei Cugini per costruire un vestiario adatto allo spettacolo. La cosa non mi interessa. Mi turba quest’usanza tutta italiana di dimenticare il valore degli artisti che hanno fatto grande questo Paese. In questi giorni di polemiche sul caso, non ho letto nessuna analisi sulla discografia dei Cugini. Ho udito un irriverente vociare, figlio della volontà di scherno. Spero che qualche critico serio decida di rivalutare, con onestà, il percorso artistico del gruppo. Penso sia giunto il momento di distruggere il muro della derisione.