Manovra, pressing sul Superbonus 110%

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È ancora in fase di modifica il testo della Manovra, alla bozza dovranno essere fatti gli ultimi ritocchi affinché il ddl bilancio arrivi mercoledì o giovedì negli uffici del Senato, da cui poi partirà l’esame quest’anno.

Tra gli argomenti da mettere a punto c’è la proroga del Superbonus al 110% per le villette, senza limiti alla platea, la quale sarà rinviata alla discussione parlamentare. Attualmente, i partiti sembrano essersi arresi, però se il tetto resta nell’attuale testo in via di modifica, sono già pronti gli emendamenti che potrebbero affossarlo al primo voto in commissione. “Stiamo perfezionando emendamenti, in vista dell’iter parlamentare della Legge di bilancio, per togliere riferimenti a tetti Isee come requisito per continuare a fruire del Superbonus sulle case mono e plurifamiliari”, dice il vicepresidente del gruppo M5S al Senato, Agostino Santillo (nella foto), convinto che il tetto sia “una discriminazione” rispetto alla situazione dei condomìni”.

La pressione dei partiti continuerà quindi anche nei prossimi giorni, ma saranno loro a dover decidere. Mentre il governo si dice pronto a intervenire sulle concessioni balneari non appena sul tema si sarà pronunciato il Consiglio di Stato, probabilmente verso i primi di dicembre. Sembra invece chiuso, ancora prima di approdare alle Camere, il rinnovo delle due misure collegate ai bonus edilizi, ovvero sconto in fattura e cessione del credito.

Il reddito di cittadinanza, invece, potrebbe essere sottoposto ad altre modifiche dopo che il ministro del Lavoro Andrea Orlando presenterà il rapporto del comitato scientifico, presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, a cui spetterà il compito di valutare i punti deboli della misura già molto criticata dal centrodestra in sede di approvazione della manovra in Consiglio dei ministri. Inoltre, si starebbe valutando la possibilità di un nuovo passaggio in Consiglio, e ci sarebbero pressioni dei partiti in questo senso.

Il presidente della Commissione Finanze della Camera Luigi Marattin (Iv), evidenzia come la legge di bilancio sarebbe dovuta arrivare alle Camere già un mese fa, e parla di “ritardo strutturale”, dato che anche l’anno scorso con un diverso esecutivo, la manovra arrivò il 20 novembre.