L’Inpgi, istituto di previdenza dei giornalisti, nel mese di luglio passerà all’Inps. Questo passaggio rappresenta un passo importante per tutti i professionisti dell’editoria che sono però lavoratori dipendenti. “Non cambia nulla infatti per quelli autonomi”, sottolinea il presidente dell’Inpgi Marina Macelloni (nella foto).
“Una cosa importante da sottolineare – precisa – è che l’Inpgi non è stato commissariato” così come detto più volte in passato, ma viene per così dire ridimensionato a “Cassa privata per i lavoratori autonomi”. Quindi, aggiunge Macelloni, “bisognerà procedere con una riforma dello Statuto entro il prossimo mese di giugno”.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, che sono cioè i giornalisti contrattualizzati, come sarà la loro pensione? “Garantiamo loro tutte le prestazioni”, spiega Macelloni.
All’articolo del provvedimento relativo a “Norme a garanzia delle prestazioni previdenziali a favore dei giornalisti”, viene scritto che fino al 30 giugno 2022 la pensione dei giornalisti dipendenti verrà determinata così: gli importi maturati fino a quella data seguiranno i criteri Inpgi che contava sul sistema retributivo fino al 2017. Quindi, dal luglio 2022 in poi, gli importi di pensione che verranno maturati saranno calcolati invece secondo le regole dell’Inps. Eccezione fanno coloro che hanno versato contributi per la prima volta prima del 1996: a loro non si applicherà il massimale contributivo il quale viene ora applicato dall’Inps a tutti i redditi superiori ai 100 mila euro.