Lo scoppio della pandemia da Covid ha portato a una crescita repentina del traffico dati fra il 2019 e il 2020, con l’Italia ai vertici del fenomeno in Europa, assieme alla Spagna. Se nell’intero 2020 l’aumento è stato del 56,1% per il traffico dati su rete fissa e del 48,4% per quello su rete mobile, durante il primo lockdown ci sono stati picchi di crescita del 75,5 e del 74,9% rispettivamente. A evidenziarlo una ricerca dell’area studi di Mediobanca (nella foto, l’a. d. Alberto Nagel) dedicata al settore mondiale delle telecomunicazioni; secondo il rapporto, “nonostante il traffico dati sia aumentato ovunque, le telco hanno reagito positivamente all’emergenza in termini di tenuta e qualità del servizio offerto”. I conti economici degli operatori del settore sono stati però gravati dall’aumento dei costi e dall’appiattimento dei ricavi favorito dall’ampia diffusione delle offerte “a pacchetto”. Solo le telco asiatiche hanno chiuso i 12 mesi del 2020 con ricavi stazionari (+0,2%), mentre i fatturati dei gruppi americani ed europei sono diminuiti, rispettivamente, del 3,7% e del 3,0%. Nel 2020 i ricavi aggregati delle 27 principali telco mondiali sono stati pari a 1.080 mld, in diminuzione dell’1,9% sul 2019, ma in crescita dell’1,4% rispetto al 2016. Inferiore la performance dei 10 big player europei delle telco, con ricavi diminuiti del 7% rispetto al 2016. Il primo mercato europeo è quello tedesco con ricavi per 57 miliardi(-0,8% sul 2019), seguito dal Regno Unito (35,1 miliardi esclusa la vendita di apparati i cui importi non sono disponibili; -1,8%) e Francia (35,2 miliardi; -0,4%). Nonostante la diversa popolosità dei due Paesi, Spagna e Italia si contendono la 4 piazza in Europa con, rispettivamente, 28,8 miliardi (-3,8%) e 28,6 miliardi (-4,8%). All’Italia tocca la maggiore contrazione dei ricavi tra il 2016 e il 2020 (-10,3%). Il primo semestre del 2021 ha segnato un’inversione di rotta per il settore delle telecomunicazioni: il fatturato aggregato dei 27 principali operatori mondiali ha segnato un aumento del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2020, portandosi a 555,5 miliardi, grazie soprattutto alla crescita dell’8,5% dell’Asia & Pacifico (236,1 miliardi) alimentata in particolar modo dalle società cinesi (+12,7%). Lo studio evidenzia anche la buona performance dei gruppi delle Americhe (in crescita del 4,5% a 168 mld), con l’Europa ancora al palo (-0,5%) con un fatturato aggregato di 151,4 miliardi. Sempre nei primi sei mesi dell’anno in corso gli investimenti sono calati del 2,5%, con i tagli maggiori per Americhe e Asia & Pacifico (rispettivamente -11,1% e -10,1%), ma sono cresciuti del 20,6% per l’Europa che deve recuperare i ritardi nella diffusione del 5G, soprattutto nel confronto con Cina e Corea del Sud dove la penetrazione della nuova tecnologia (25,3% e 32,4% a fine giugno ‘21) è ben superiore alla media mondiale (5,7%) ed europea (1,6%). In Europa a guidare la classifica dei ricavi è Deutsche Telekom, che raggiunge quota 53 miliardi (+1,2% su base omogenea), seguita da Vodafone con 22,3 miliardi (+2,3%) e Orange a 20,9 miliardi (+0,5%). A chiudere il gruppo di testa sono Telefonica (20,8 miliardi, -4%), BT Group (11,5 miliardi, -4,8%) e Tim a 7,6 miliardi.