Lutto nel mondo della cultura napoletana e nazionale. E’ morto a 84 anni l’editore Tullio Pironti, nella foto, istituzione dell’editoria che fece conoscere al pubblico italiano alcuni dei più importanti autori della letteratura nord americana contemporanea, da Don De Lillo a Bret Easton Ellis.
Pironti, figlio di generazioni di librai, inizia la sua carriera da editore nel 1972, pubblicando un libro reportage sull’eccidio di Monaco, ‘La lunga notte dei Fedayn’ scritto dal giornalista Domenico Carratelli dopo l’eccidio degli atleti israeliani durante i Giochi olimpici.
Ma il suo merito principale fu aver fatto scoprire al pubblico italiano alcuni giganti della letteratura nord americana, a cominciare da Don De Lillo, passando per Breat Easton Ellis e il suo romanzo d’esordio, ‘Meno di zero’, fino a Raymond Carver. «I diritti di Bret Easton Ellis li vinsi in un’asta telefonica. Mi spiegarono che l’unico modo per spuntarla era offrire più di 50 milioni, oltre i quali le grandi case editrici dovevano convocare il consiglio di amministrazione. Offrii 55 milioni, l’equivalente di 200 di oggi. Prevalse l’incoscienza del giocatore”, raccontò in un’intervista. Fernanda Pivano premiò l’azzardo regalando a Pironti la sua prefazione al libro e lo stesso Pironti anni dopo pubblicherà un libro della Pivano, ‘Dopo Hemingway’, una serie di saggi sulla letteratura nordamericana degli anni ruggenti, accompagnata dalla biografia – anche per immagini – della famosa scrittrice e traduttrice.
Fra gli autori italiani Pironti pubblicò il celebre libro del giornalista Joe Marrazzo, ‘Il camorrista’, su Raffaele Cutolo da cui fu tratto un film di successo.
Pall Mall sempre accesa, sguardo da duro, un passato da boxeur (50 incontri, una convocazione nella Nazionale italiana Pugilato pesi Welter e un libro biografico ‘Tra libri e cazzotti’ scritto dal giornalista Carratelli) Pironti era una istituzione di via Port’Alba, a due passi da piazza Dante a Napoli, dove sorgeva la sua storica libreria. Al giornalista della Stampa che intervistandolo alcuni anni fa gli chiese se si fosse già scelto una morte adeguata, rispose: «A proposito mi viene sempre in mente Thomas Mann: “Stiamo sempre a pensare alla morte ma quando verrà so già che dirò : tutto qua?”».