(di Tiziano Rapanà) Leggete l’ultimo numero di Raspelli Magazine. Stavolta il cronista della gastronomia tira un pugno ben assestato a tutti i gustosofi innamorati dello straniero a tutti i costi. I kebabbari della prima ora si astengano dal leggere la rivista online. Non reggeranno il super amore per la tradizione. Non apprezzeranno la bella copertina, che vede il nostro intrepido moschettiere del made in Italy intento a sorseggiare la grappa. L’acquavite di vinaccia torna à la page grazie a Raspelli che esalta il suo profumo d’Italia. Segnalo lo splendido editoriale d’apertura al numero di settembre: qui, il giornalista idea un marchio – Only Italia -, un “segno distintivo che vada applicato a tutti quei prodotti (anche non targati con le bandiere dell’Europa) che vengano fatti con la grandissima o almeno la gran parte di “materiale” nato, allevato o coltivato nel nostro Paese”. Niente a che vedere con i marchi D. O. P. e I. G. P. che hanno destato più di qualche perplessità a Raspelli e non solo a lui. L’articolo vi donerà il retrogusto tipico donato dall’amara verità che si palesa inaspettatamente. Non vi preannuncio nulla, vi dico solo che – a detta di Raspelli – la Bresaola della Valtellina, il Lardo di Colonnata, lo Speck dell’Alto Adige (e non solo loro) hanno disciplinari da rivedere. C’è tanta Italia in questo numero: nelle recensioni dei ristoranti (a Stresa, Corvara e Cesenatico) e degli alberghi (a Saluzzo, Cavalese e Quarto D’Altino). Non mancano le cronache degli eventi mondani di Raspelli, simpatico girovago con il pallino di raccontare le bellezze gastronomiche nostrane. La grappa (del Trentino) troneggia in 3 pagine che anticipano ciò che sarà L’Italia che mi piace – In viaggio con Raspelli, che andrà in onda su Canale Italia, Sky e su Canale Europa, multilingue, presente anche su piattaforma Amazon Fire, Rock e sui TV PLUS di Samsung (Smart Tv, Smartphone e Tablet). Per Raspelli, la grappa è “tutta nuova: non è più simbolo di ubriachezza, non è più volgare sinonimo di bevute senza arte né parte durante le sfilate di massa degli alpini”. E ancora: “La grappa, esclusiva italiana già dal nome, il distillato di vinacce che è uno dei simboli del made in Italy, va bevuto con moderazione, va centellinato. E’ un prodotto che piace anche alle donne e che ha raggiunto morbidezza, equilibrio, raffinatezza”. Non manca lo spazio che analizza gli ascolti dei programmi della “televisione gastronomica” e le rubriche di Maura Anastasia. Raspelli, con questo numero, osa e propone un marchio che desterà consensi e polemiche. Only Italia è, a mio avviso, l’unica idea sensata per salvaguardare i nostri prodotti che rischiano di essere triturati da una selvaggia globalizzazione alimentare.