Tim (nella foto, l’a. d. Luigi Gubitosi) ha chiuso il primo semestre con un utile di 200 milioni di euro escludendo l’impatto delle partite non ricorrenti. Il periodo, includendo invece le partite non ricorrenti, si chiude con una perdita di 100 milioni. I ricavi sono invece ammontati a 7,6 miliardi (+0,5% organico). L’ebitda organico è stato pari a 3,2 miliardi di euro nel semestre (-3,7% anno su anno), mentre l’utile del solo secondo trimestre è stato pari a 100 milioni. I ricavi da telefonia fissa domestica risultano in crescita anno su anno dell’1,5%nel semestre. Le attività di FiberCop – si legge in una nota del gruppo – sono linea con il piano e nel mese di giugno ha raggiunto il record di incremento di copertura mensile Fttj con 310 mila nuove unità immobiliari (nel semestre +15% unità immobiliari Ftth) e portato la banda ultralarga al 93% delle linee fisse. L’indebitamento finanziario netto di Tim al 30 giugno scorso si è ridotto di altri 3,9 miliardi di euro anno su anno (3,7 miliardi di euro su base After lease), attestandosi a 22,1 miliardi di euro (17,4 miliardi di euro su base after lease). Rispetto al 31 dicembre scorso il debito della società risulta in calo di 1,3 miliardi di euro. L’Equity free cash flow (363 milioni di euro nel semestre, 89 milioni di euro su base after lease) è stato influenzato da pagamenti straordinari effettuati nel secondo trimestre: 231 milioni di euro relativi alla tassa sostitutiva per l’affrancamento dell’avviamento che genera un tax asset di 5,9 miliardi di euro di cui la società beneficerà nei prossimi 18 anni, e 148 milioni di euro per lo più legati a contenziosi a fronte di accantonamenti effettuati negli esercizi precedenti. Il confronto con l’anno precedente risente inoltre delle misure prese nel 2020 per fronteggiare l’emergenza pandemica, come ad esempio lo slittamento del pagamento della Fistel al secondo semestre e il rallentamento delle attività di investimento, e delle azioni di ottimizzazione nella gestione del capitale circolante, grazie all’avvio di TimFin. Nel primo semestre 2021 gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile/spectrum sono pari a 1,808 miliardi di euro (1,254 milioni di euro nel primo semestre 2020). Il personale di Tim al 30 giugno scorso era pari a 52.404 unità, di cui 42.910 in Italia (52.347 unità al 31 dicembre 2020, di cui 42.680 in Italia) con un incremento di 57 unità rispetto al 31 dicembre 2020 (in Italia + 230 unità). Rispetto al 30 giugno 2020 la riduzione è stata invece di 2.679 unità. Prosegue il dialogo di Tim con Cdp per la definizione di iniziative strategiche congiunte mirate ad accelerare la digitalizzazione del Paese su vari temi, inclusa la rete, anche allo scopo di ottimizzare le risorse che saranno disponibili con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nelle scorse settimane dall’Unione Europea.