Nel corso della prima ondata epidemica la rete ospedaliera torinese si era avvalsa del supporto di medici ed infermieri Cubani della Brigata Henry Reeve, ora la collaborazione si rinnova nell’ambito dei vaccini. Il Laboratorio di Virologia dell’Ospedale Amedeo di Savoia dell’ASL Città di Torino, Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Infettive, in collaborazione progettuale con la Clinica di Malattie Infettive dello stesso Ospedale, diretta dal professor Giovanni Di Perri, è, infatti, al lavoro per verificare le proprietà neutralizzanti dei sieri dei soggetti cubani vaccinati. L’istituto Vaccinogeno Finlay dell’Avana sta, infatti, proseguendo nell’allestimento di preparati vaccinali secondo tecnologie convenzionali standardizzate, che prevedono la presenza di una proteina simulante il sito di legame del virus con i recettori umani.
Il vaccino cubano, nelle sue diverse versioni, si proietta come potenziale strumento di richiamo in soggetti già vaccinati o che abbiano superato in passato l’infezione spontanea.
Soberana Plus ha completato, a Cuba, gli studi clinici di Fase I/II, gli unici studi al mondo progettati appositamente per i convalescenti da Covid-19, ed i loro risultati hanno dimostrato la sua elevata immunogenicità (> 96% di presenza di anticorpi specifici) e sicurezza. Si è inoltre appena conclusa, a Cuba, la sperimentazione di fase III (Soberana 02), comprensiva di tre tappe di immunizzazione, i cui risultati preliminari consistono in un’efficacia del 91,2% per la malattia sintomatica, del 75,7% per l’infezione e del 100% per la malattia sintomatica grave e la morte.
La tappa successiva contempla la verifica della capacità della risposta indotta dal vaccino di contrastare le diverse varianti circolanti. L’approfondimento, in corso presso l’ospedale torinese si rende necessario, si spiega, per comprendere la capacità del vaccino cubano di contrastare la crescita virale in vitro delle diverse varianti circolanti nel pianeta. Le analisi contribuiranno a comprendere lo spettro di applicabilità dei vaccini cubani in funzione delle varianti circolanti e delle strategie post-emergenziali che saranno adottate.
“La preoccupazione principale in questa fase della pandemia è rappresentata dalle varianti di virus circolanti, ed in particolare della loro sensibilità agli effetti della vaccinazione. – afferma Valeria Ghisetti, Direttrice del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ASL Città di Torino – Stiamo valutando, su colture cellulari “in vitro” delle diverse varianti virali, la capacità dei sieri di soggetti cubani vaccinati di contrastare le crescita virale”. “Questo tipo di analisi – spiega ancora – si è già rivelato più volte utile nel prevedere l’efficacia delle vaccinazioni nel prevenire l’infezione, la malattia sintomatica e la malattia nelle sue forme più gravi. E’ un momento in cui occorre lavorare in più direzioni, e l’opportunità di valutare gli effetti dei vaccini cubani rappresenta la volontà di verificare la validità potenziale di una delle possibili opzioni disponibili ai fini di disporre, nei tempi che verranno, di più strumenti preventivi per contrastare la diffusione del virus e le relative conseguenze nella popolazione”.