La riforma fiscale come passo iniziale introduce le aliquote. In data 30 giugno le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno avviato il documento che guida il governo nel ribasso dell’Irpef “di mezzo”, ovvero quello che colpisce le persone appartenenti al ceto medio. Si rimanda al 31 luglio l’invio del testo definitivo da parte dell’esecutivo.
Dalle simulazioni fatte da Eurispes, una riduzione delle aliquote a tre con uno scaglione centrale porterebbe a una perdita di gettito sopportabile per l’Erario, con un modesto alleggerimento sulle tasse per i contribuenti. Un bilancio, quindi, bene equilibrato. L’ipotesi è di un’aliquota unica tra i 15milia e i 75mila euro al 27%, sopra tale soglia si continuerebbe a pagare il 43% mentre sotto i 15mila il 23%. Si propone, dunque, un maxi-scaglione centrale ma su un sistema di solo tre aliquote.
Sulla base sempre delle simulazioni, per ogni mille euro di reddito oltre i 28mila euro, si risparmierebbero all’incirca 110 euro. Oltre i 55mila euro, per ogni mille euro in più dichiarati il risparmio aumenterebbe a 140 euro.
Un’altra ipotesi avanzata prevede che le due aliquote centrali del 38% e del 41% potrebbero fondersi in una sola area 36%. Si potrebbe pensare anche a un accorpamento delle prime due aliquote, quelle del 23% per i redditi fino a 15.000 euro e del 27% per i redditi fino a 28.000 euro in un’unica aliquota, la quale si applicherebbe a tutti i contribuenti con redditi fino a 28.000 euro.
Il documento approvato dalle Camere prevede anche l’abbassamento del l’Iva, nuovi provvedimenti per l’evasione fiscale, diminuzione delle tasse sul lavoro, così come la rivisitazione del rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria.