(di Tiziano Rapanà) Ho nel cuore un piccolo paese abruzzese, Caramanico Terme, che in più di un’occasione ho raccontato in questo sito. È il centro emozionale della memoria della mia infanzia. Tengo moltissimo a questo piccolo comune di circa duemila abitanti dell’alta Val Pescara. Purtroppo il borgo è afflitto da un problema mica da ridere: la struttura termale, centro nevralgico dell’attività economica del paese e dell’intero circondario, potrebbe non riaprire. Anche quest’anno, la stagione termale è segnata dall’incertezza. Un altro problema, non di poco conto, riguarda la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Quattro anni addietro, una forte nevicata distrusse il tetto della Chiesa. Il simbolo della storia e della comunità caramanichese, ricca di opere, di arte e di memoria, visse il suo martirio perpetrato dall’infame violenza della natura. Una prima opera di messa in sicurezza, portata avanti dalla Soprintendenza, e poi una copertura provvisoria del tetto, operata dal Comune con fondi regionali, riuscirono a mettere una pezza al disastro, evitando il crollo totale dello stabile. Ma c’è ancora tanto da fare per restituire la Chiesa al vivere sociale della comunità. I lavori di restauro sono sostanzialmente fermi e ancora bisognerà attenderà per una lieta conclusione della vicenda. Nonostante i problemi, tuttavia, Caramanico riparte con una grinta, che è stata premiata. Recentemente il Touring Club Italiano ha dato un riconoscimento alle migliori organizzazioni di servizi turistici che operano nei Parchi nazionali della regione. Tra le vincitrici spicca Majambiente, che ha valorizzato l’esperienza del turista che ha scelto Caramanico per un soggiorno atto alla disintossicazione dalle paturnie della vita quotidiana. Nonostante le difficoltà, Caramanico c’è. Visitatela, non ve ne pentirete. Spero che la stagione termale riparta a luglio. Si deve fare qualcosa per salvare la struttura ultrasecolare.