Il ricorso alla didattica a distanza potrebbe avere ampliato i divari negli apprendimenti. Si legge nel rapporto della Banca d’Italia sull’economia in Sicilia. Nell’Isola, dalla fine di ottobre del 2020 alla fine di aprile del 2021, la sospensione della didattica in presenza, ha riguardato principalmente le scuole secondarie di secondo grado, dove gli studenti hanno frequentato le lezioni in modalità tradizionale per circa un quinto del totale dei giorni previsti, mentre per poco meno di due quinti del tempo hanno seguito le lezioni totalmente da remoto. Secondo gli ultimi dati disponibili, riferiti all’anno scolastico 2018-19, per quasi il 46 per cento degli studenti siciliani al quinto anno della scuola primaria erano presenti le condizioni ideali per accedere alla didattica digitale, mentre il 14,2 per cento risultava potenzialmente non raggiungibile; al secondo anno di scuola secondaria di secondo grado circa i tre quarti degli studenti erano in possesso delle condizioni ideali mentre il 4,4 per cento rimaneva potenzialmente escluso. Tali valori indicavano una situazione. Lievemente più svantaggiata nell’uso della didattica a distanza rispetto alla media nazionale. Gli studenti siciliani in condizioni di accesso alla didattica digitale non idonee mostravano competenze inferiori già prima della pandemia, specialmente nelle scuole secondarie di secondo grado, dove è stata più frequente la sospensione della didattica in presenza. “Senza un adeguato supporto, dunque, il ricorso alla didattica a distanza potrebbe avere ampliato i divari negli apprendimenti”, di legge nel rapporto di Bankitalia. Nel corso del 2020 sono stati effettuati diversi interventi, a livello nazionale e locale, per sostenere l’acquisizione di dotazioni digitali da parte delle famiglie meno abbienti. Le scuole siciliane hanno ricevuto fondi per complessivi 18,4 milioni di euro. Per ciascuno studente del primo ciclo di istruzione sono stati erogati in media 27,6 euro, per gli studenti del secondo ciclo di istruzione 25,3 euro, in entrambi i casi valori superiori alla media nazionale.
Nell’ambito del Piano strategico per la banda ultralarga, il Piano Voucher ha inoltre previsto, con uno stanziamento pari a 204 milioni di euro, l’erogazione alle famiglie meno abbienti di un contributo massimo di 500 euro per l’acquisto di servizi di connettività ad almeno 30 Mbps e di un dispositivo digitale. Alla Sicilia sono state attribuite risorse per 40 milioni di euro (circa il 20 per cento del totale), ma al 30 aprile 2021 ne erano state utilizzate circa un terzo (30,7 per cento nella media italiana). In base alle risorse disponibili, le famiglie siciliane potenzialmente beneficiarie del voucher sono circa 80 mila, circa i tre quarti di quelle con figli di età tra i 6 e i 17 anni e non in possesso di dispositivi o connessione a internet. Infine, a livello regionale, a marzo del 2020 la Regione ha stanziato 970 mila euro per l’acquisto, il noleggio o l’acquisizione in comodato d’uso di computer destinati agli alunni delle scuole statali secondarie di primo e secondo grado che si trovino in stato di disagio economico e sociale.
L’avvio a partire da settembre 2020 della Ddi, che può prevedere la presenza in aula del docente mentre gli studenti o parte di essi sono collegati da remoto, ha reso cruciali anche le caratteristiche delle connessioni a internet dei plessi scolastici. Secondo dati di fonte Agcom, nel 2019 in Sicilia il 23 per cento degli edifici scolastici era raggiunto da connessioni a banda ultralarga in grado di garantire velocità di trasmissione molto elevate sia in download sia in upload, a fronte del 18 per cento in Italia. Nell’ambito del Piano strategico per la banda ultralarga sono stati stanziati 400 milioni di euro per portare connessioni ad altissima velocità negli edifici scolastici, dando priorità alle scuole secondarie di primo e secondo grado.