Paolo Barletta (nella foto) si è raccontato in un’intervista, che ha tracciato il suo excursus lavorativo: “Il mio più grande sogno è vedere la mia azienda indipendente, che possa vivere senza Paolo Barletta. La vera vittoria per gli imprenditori genitori è dare la libertà ai figli di entrare o meno in azienda, ma l’impresa deve sopravvivere comunque. In Italia invece è necessario che la seconda generazione entri nell’impresa di famiglia, perché non ci sono i manager. Quello che sto cercando di fare è creare un gruppo indipendente da me”. Questo è il punto saliente dell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore dall’imprenditore noto per la sua lungimiranza negli anni ha lanciato diverse società, ha creduto in Chiara Ferragni quando ancora non era nota, ha investito in uFirst – l’app che consente di saltare la fila – e in Virgin Hyperloop che nel nostro Paese vuole portare il treno a levitazione magnetica. Le cose sono cominciate con i primi investimenti nel denim nel 2010, quando ha conosciuto Chiara Ferragni, nella cui società ha investito con una quota del 40 per cento. Così l’imprenditore ha parlato di Chiara Ferragni: “Essere soci da 8 anni è come un matrimonio. Al netto del valore economico, sono orgoglioso di aver colto un trend importante di cambiamento e aver investito nella persona che ha cambiato la comunicazione nella moda”.
E ancora, su Alchimia, la società nata nel 2018, dove l’imprenditore ha fatto confluire i suoi investimenti: “Oggi conta su un team di 30 persone e non si limita a investire capitali, supporta le start up, crea sinergie, guarda al mercato e fa cogliere loro opportunità. D’altra parte oggi sul mercato i capitali non mancano e quindi è necessario dare un valore aggiunto”.
Nel 2020 Paolo Barletta con Nicola Bulgari ha fondato Arsenale, società che si occupa nel turismo made in Italy, dove sono presenti i progetti di Soho House Roma e Rosewood Venezia. “Il mondo dell’hospitaly è il petrolio del nostro Paese. La filiera deve essere completa: da come ci porti le persone, come mangiano, che tour fanno. Con Arsenale vogliamo accompagnare le grandi catene alberghiere nell’ingresso in Italia con 10-15 progetti nei prossimi 10 anni in siti iconici con gestori differenti. In Italia ci siamo adagiati sulle bellezze naturali che abbiamo, ma se non evolviamo dal punto di vista dei servizi prima o poi rischiamo di perdere il turismo straniero. Arsenale sta investendo 800 milioni con più di 1.200 persone assunte con l’indotto. Lo Stato dovrebbe facilitare la nascita di gruppi simili in modo da moltiplicare gli investimenti che possono arrivare sul mercato”.
“Arsenale e Alchimia non portano il mio nome, sebbene io consideri il mio cognome un valore. Il Gruppo Barletta deve finire prima di Paolo Barletta. I miei figli, se lo vorranno, decideranno di entrare in un’azienda che non porta il loro nome”, ha così spiegato. Barletta non ama la vita mondana: “Mi piace stare da solo con me stesso. Penso che sia giusto prendersi dei momenti per camminate o per andare in ritiro, perché stare da soli non è banale. La gente sa quello che è giusto e quello che è sbagliato, ma quello che è giusto a volte è più difficile. Stare da soli con se stessi ti porta a prendere coscienza delle scelte e di ciò che vivi”.