Roma, Calenda continua la sua corsa al Campidoglio

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Carlo Calenda tira dritto nella sua corsa al Campidoglio, “vado comunque avanti, le elezioni le faccio”, anche in presenza di una ipotetica candidatura per il centrosinistra di Nicola Zingaretti. E conferma di non voler partecipare ad eventuali primarie né di essere disposto a fare il vice. Nei giorni scorsi il leader di Azione ha incassato nuovamente il sostegno di Italia viva, stavolta per voce di Matteo Renzi. L’ex premier ha ribadito: “Tra Calenda, che è preparato e ha voglia di governare Roma, e Raggi, io voto per lui a occhi chiusi”. Da parte sua Zingaretti, su cui continua il pressing perché si candidi, anche oggi ha chiarito di essere intenzionato a terminare il suo mandato alla guida della Regione Lazio. Per poi sottolineare: “Sono colpito dal virus fratricida che c’è nel campo del centrosinistra, anche a Roma”.
   Così, il rebus Campidoglio per la coalizione diventa ancora più intricato. Al centro della discussione sono finiti il Pd romano e quello regionale, da sempre divisi tra correnti che si contendono posti nelle istituzioni e posizioni di potere all’interno della federazione. Un partito territoriale scosso in questi giorni dalla polemica ribattezzata ‘concorsopoli’ su alcune assunzioni in Consiglio regionale del Lazio ad appannaggio anche di militanti dem. Calenda punge a riguardo: “Se la classe dirigente del Pd su Roma rimane questa e detta la linea sulla scelta del candidato rischiano di essere un partito conservatore e non del rinnovamento”. Nel centrosinistra cittadino ora, a quanto filtra, tutti attendono un segnale dal segretario dem Enrico Letta che indichi il percorso per organizzare le primarie per la scelta del candidato per il Campidoglio, forse a giugno, magari con una opzione anche di voto elettronico vista la pandemia di Covid. Se Zingaretti confermasse il suo no, il nome più quotato resta quello di Roberto Gualtieri, il nome dell’ex ministro dell’Economia trova l’apprezzamento di Letta anche se alcuni nel Partito Democratico nutrirebbero dubbi sulla sua capacità di presa nelle periferie, dove a Roma si vincono le elezioni. Con lui sono in attesa di chiarimenti gli altri possibili candidati ai gazebo: Giovanni Caudo, Tobia Zevi e Paolo Ciani. 
   Il rischio paventato da alcuni nel centrosinistra è quello di trovarsi con un candidato selezionato dalle primarie, Carlo Calenda e Virginia Raggi a contendersi un bacino elettorale affine, a tutto vantaggio del centrodestra. Visti anche gli attriti degli ultimi giorni tra Lega e Fratelli d’Italia sul dossier Copasir, il nome per il centrodestra potrebbe arrivare solo dopo che gli sfidanti avranno chiarito il loro candidato.
   Proprio sulle periferie lavora in queste settimane Virginia Raggi. Il sindaco cerca il bis, o quantomeno di approdare al ballottaggio a discapito del candidato Pd, puntando ad un recupero dei consensi in quartieri difficili ma popolosi come Tor Bella Monaca, San Basilio, Tiburtino e Ostia. Tra i dem alcuni sperano che l’ex premier Giuseppe Conte nella sua possibile nuova veste di guida dei 5 stelle possa chiederle un passo indietro in nome dell’interesse della coalizione. Difficile, le prossime settimane chiariranno il percorso.