di Cesare Lanza per LaVerità
Giangavino Muresu
I mattoni fatti di latte sono pronti a strabiliare il mondo. L’idea rivoluzionaria è di Giangavino Muresu, brillante inventore di Ossi (Sassari), un Comune di 5.000 abitanti. Il calcestruzzo made in Sardegna propone ben due primati: i milk brick sono a impatto idrico zero e la tecnologia consente performance di prodotti superiori. Davvero niente male per un’idea nata in garage.
Il colosso Apple
Sentenza storica del tribunale di Milano sull’eredità digitale. Per la prima volta in Italia un giudice ha ordinato ad Apple di dare ai genitori di un ragazzo, morto in un incidente, l’accesso ai contenuti digitali del figlio. Con le ricette (il ragazzo era chef) la famiglia vuole realizzare un «progetto per la sua memoria». Il colosso si era opposto, ma dovrà cedere.
Flavio Briatore
Ha cambiato decisamente il suo look e si mostra sui social con un taglio inedito e una barba molto più corta. Una scelta che lo ringiovanisce e non è passata inosservata. Non si contano i commenti: «Hai tagliato 10 anni, non solo i capelli». Il taglio piace proprio a tutti? Non proprio. I maliziosi sognano un ritorno di fiamma con Elisabetta Gregoraci.
Giuseppe Conte
A parole Conte dice che non si può dire no a Draghi. Poi, dal colloquio con Repubblica emerge la volontà sabotatrice: «Temo molto la Lega, né dimentico chi ci ha voltato le spalle. Porremo condizioni tali che alcuni soggetti non dovranno restare». Condizioni, la parola che nessuno si può permettere di usare con Draghi e con Sergio Mattarella. L’ex premier è confuso, dopo la botta…
Ursula von der Leyen
Vaccini, la presidentessa tedesca della Commissione europea fa autocritica («Abbiamo sottovalutato il problema») e loda l’Italia: «Dosi al 4% della popolazione, la campagna ha preso velocità», intervenendo dopo il via libera dell’Europarlamento al regolamento sul Recovery pian. Ha indicato il nostro Paese tra quelli più avanti nel processo, insieme a Polonia e Danimarca.
Filippo La Mantia
Sessantanni, era stato accusato (innocente) di aver vissuto in una casa che sarebbe servita da base alla mafia per l’assassinio di Ninni Cassarà. Condannato, è diventato cuoco in carcere e da lì non ha più smesso. Ora ha chiuso il suo ristorante milanese. L’affitto, 28.000 euro al mese, era stato dimezzato, ma restava insostenibile.