Valzer o risiko che sia, dipende dalla prospettiva con la quale si affronta la questione, il gioco delle poltrone è partito. L’assessore lo aveva anticipato, d’altra parte, a cavallo del mese o giù di lì la mappa del potere sanitario laziale avrà cambiato aspetto e valenza per lo meno al quaranta per cento. Sistemati l’Umberto I Camillo e la poltrona centrale di direttore generale in Regione, tocca al resto, un po’ alla volta. Ci sono aspetti amministrativi e normativi che vogliono il loro tempo, contratti che si incrociano, procedure da rispettare. Ma l’effetto domino pare garantito. Asl Roma 2-3-4- 6, Asl Latina, Tor Vergata, San Camillo, San Giovanni. Tante pedine da muovere, qualche ambizione in più da soddisfare. A spanne, a quel che è dato di sapere, più di sedici figure in movimento. Non tutte insieme ma nel giro di poco tempo. Questo giro di poltrone sarà utile alla sanità laziale, o servirà soprattutto a spostare o confermare equilibri di potere? Perché sempre stando alle voci di corridoio alcune scelte riguardano poltrone di importanza cruciale, soprattutto in questo delicatissimo momento. La pandemia non lascia margini di manovra, c’è da organizzare una azione di contrasto al virus e in questo momento sembra ci si trovi in una fase di stallo. Spostare tutta questa gente significa forse perdere tempo prezioso. Ma la politica ha altre ragioni.
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