Supercontribuenti sì, ma lavoratori. I cittadini che dichiarano un reddito lordo oltre i 120 mila euro sono appena lo 0,8% degli oltre 41 milioni di contribuenti italiani, percepiscono l’8% del reddito complessivo, ma versano ben il 16%, dell’Irpef nazionale. È quanto risulta da un’elaborazione di Elexia sui dati fiscali secondo la quale questi cittadini pagano in media oltre 79 mila euro annui, quasi 6.600 euro al mese. «I dati — osserva Nicola Cinelli, managing partner di Elexia — sfatano un mito diffuso: i proventi dei super-contribuenti non derivano dai patrimoni, ma vengono da lavoro e pensioni, che rappresentano la fonte primaria per oltre il 90% dei soggetti».
Il peso del fisco in aumento sui redditi medio-alti
Secondo l’analisi, dal 2009 al 2018 i contribuenti italiani sopra i 120.000 euro lordi annui sono cresciuti del 31% passando da 249.313 nel 2009 a 325.424 nel 2018. È quanto emerge da un’elaborazione Elexia dei dati fiscali, secondo la quale, nello stesso periodo il carico fiscale per questi redditi è cresciuto del 20%.
In dettaglio, nel 2002 l’Irpef su 120.000 euro lordi annui era di 37.762 euro, pari a circa il 31,5%. Nel biennio successivo (2003-2004) c’è stato un alleggerimento, con il carico sceso a 37.086 euro (30,9%), poi la salita culminata con il regime attuale, in vigore dal 2007 con l’ Irpef a 44.700 euro (37,2%). Il carico complessivo è salito di circa il 20% a causa delle addizionali comunali e regionali.
La pressione fiscale al 60% per professionisti e lavoratori autonomi
Secondo l’elaborazione di Elexia attualmente un reddito di 120.000 euro lordi da lavoro o pensione è assoggettato a circa 50.000 euro di Irpef, nazionale e locale, pari al 42%, la pressione è di circa il 60% per professionisti e lavoratori autonomi con partita Iva mentre sullo stesso importo incassato come dividendi o interessi, l’esborso è di 31.200 euro (aliquota del 26%) che scende a 25.200 euro, nel caso di un reddito di 120 mila euro da locazioni abitazioni con cedolare secca del 21%. Se l’introito deriva da cedole sui titoli di Stato l’imposta scende a 15.000 euro (aliquota 12,5%). Infine, se l’incasso è una plusvalenza sulla vendita di un immobile, trascorsi cinque anni dall’acquisto o ricevuto in eredità, la tassazione è pari a zero.
Corriere.it